Salva Sallusti: ddl ancora in alto mare, nuovo slittamento della votazione

Pubblicato il 12 Ottobre 2012 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Sallusti

ROMA – Ancora in alto mare il ddl “Salva Sallusti”. Tra continui slittamenti del disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, adesso si parla di mercoledì prossimo, sembra essersi allontanata in modo definitivo l’ipotesi che il provvedimento venga approvato nei tempi necessari per evitare al direttore del Giornale di andare in carcere: il 26 ottobre scade la sospensione della pena.

Anna Maria Greco per Il Giornale scrive:

Dopo il blitz di mercoledì, quando alcuni senatori hanno sollecitato il passaggio del provvedimento in aula, rimane anche la spada di Damocle di un altro tentativo in questo senso, che allungherebbe i tempi a dismisura. La bozza del ddl ha alcuni punti fermi: niente carcere per i giornalisti, obbligo di rettifica con la stessa collocazione della notizia cui si riferisce, responsabilità del direttore per l’omesso controllo e coinvolgimento dell’editore quando c’è concorso doloso con l’autore del pezzo o con il direttore, ad esempio in caso di un «dossieraggio».

Si tratta di un sostanziale dietro front rispetto a quanto il quotidiano aveva scritto giovedì mattina annunciando un “blitz fallito” per allungare i tempi della legge. I tempi, tra emendamenti e subemendamenti, rischiano di essere lunghi.

La linea dei relatori mette l’accento sulla centralità appunto della rettifica, in caso di pubblicazione di notizie false o lesive della reputazione del diffamato. Adempiere a quest’obbligo potrebbe rappresentare un’attenuante anche in caso di condanna.

Resta però la questione più grave, quella di cui il Giornale non fa cenno, ovvero il fatto che viene fissato un valore minimo al “risarcimento del danno” patito da chi è stato giudicato diffamato: 30mila euro. Se si tiene conto che un grande quotidiano in Italia ha pendenti intorno a 500 processi per diffamazione, lo scherzo porta a un potenziale di 15 milioni di euro di soli danni, cui si aggiunge la multa, che fa da un minimo di 2 milioni e mezzo a un massimo di 25 milioni.