Messina: suonano l’inno di Mameli, la Siae chiede 1000 euro per i diritti

Pubblicato il 26 Aprile 2010 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

Un’associazione no profit di Messina ha pagato alla Siae 1.094 euro per aver eseguito, durante una manifestazione pubblica, l’inno di Mameli. Lo ha riferito il presidente del Consiglio comunale della città siciliana, Pippo Previti, che ha inviato una una lettera alla Presidenza della Repubblica chiedendo che vengano eliminati i diritti Siae per l’inno nazionale. La Siae però smentisce: “Mai chiesti diritti d’autore per l’Inno di Mameli”.

“Quando Goffredo Mameli nel novembre del 1847 compose Fratelli d’Italia – si legge nella lettera inviata da Previti – certamente non immaginava che la sua musica, fosse sottoposta ai diritti Siae, e francamente non lo pensavamo nemmeno noi. Questo modo di mercificare – aggiuge Previti – anche il nostro inno nazionale, porterà alla fine a scegliere come inno gratuito, con sommo piacere dei tanti detrattori di Mameli”.

Dalla Siae precisano invece che la cifra richiesta si componeva di 100 euro per l’affitto dello spartito dell’Inno di Mameli, soldi dovuti per “diritti connessi” e che la società ha incassato per poi girarli all’editorie Sonzogno; 816 euro per altra musica tutelata eseguita nell’ambito di quel concerto, più l’Iva.