Deficit, reddito di cittadinanza, pensioni: M5s e Lega, parole in libertà

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 4 Ottobre 2018 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA
Governo Conte. Deficit, reddito di cittadinanza, pensioni: M5s e Lega, parole in libertà

Deficit, reddito di cittadinanza, pensioni: M5s e Lega, parole in libertà (nella foto Ansa Tria, Conte, Di Maio e Salvini)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business, con il titolo “Fra lotteria e bordello”:

Il titolo migliore, come sempre, rimane quello del Manifesto: “Manovra: il governo estrae altri numeri”. Si ha l’impressione che i gialloverdi dispongano di una pentola magica dalla quale tirano fuori, forse anche un po’ a caso, dei numeri che dovrebbero rappresentare il nostro futuro.

1- Una settimana fa hanno scavato la trincea del deficit al 2,4 per cento per tre anni di fila e hanno proclamato con la mano sul cuore: non arretreremo di un millimetro. Di Maio è andato a dare l’annuncio al popolo dal balcone di palazzo Chigi, dicendo cose insensate: è la prima volta che si fa una cosa per la gente (il welfare lo ha fatto lui).

Dopo di che hanno spedito Tria a Bruxelles con quei numeri in tasca. Affettuosamente, l’hanno preso a pesci in faccia: si aspettavano un disavanzo dello 0,8 per cento e ne è arrivato uno triplo per tre anni. Pollice verso.

Dall’Italia bordata di contumelie: burocrati ubriaconi, chi vi ha eletti? Vi cacceremo a casa, me ne frego, faremo gli interessi della gente e non dei mercati (che devono fornire questi soldi). Spread che vola e agenzia di rating che affilano i machete.

Insomma, tutto il repertorio maleducato, sgangherato al quale ci sta abituando. Con Salvini in prima fila, ovviamente. 

2- Poi, ieri, all’ora del tè, si riuniscono e cambia tutto: il disavanzo del 2,4 per cento rimane solo per il primo anno, poi 2,1, poi 1,8 addirittura. Quello che non si poteva fare giovedì scorso, si può fare il lunedì successivo.

3- Non solo: già che sono in argomento, dicono che faranno tutto: reddito e pensione di cittadinanza, flat tax, riforma della Fornero. Conte, che è la componente giuliva di questo consesso di saltimbanchi, dice che adesso l’Italia riparte, più soldi e pilu per tutti.

4- Poi si scava un po’ nel dettaglio e brividi freddi corrono lungo la schiena. La riforma della Fornero consiste nel mandare subito in pensione, a 62 anni (dove staranno 20 anni), 400 mila persone. Quindi avremo 400 mila persone ai giardinetti pagate dall’Inps e 400 mila (si spera) nuovi assunti nelle aziende, che invece magari assottiglieranno un po’ i ranghi.

5- Poi c’è il resto: reddito e pensione di cittadinanza, due bestialità che scasseranno sistema pensionistico, mercato del lavoro e quel poco di giustizia sociale che ancora abbiamo.

6- Il costo complessivo di queste cretinate dovrebbe essere di 20 miliardi. Venti miliardi che, a sentire questi scappati da casa, dovrebbero far decollare l’economia italiana. Cifre però non ne forniscono. Tutti, dall’Ocse alla Confindustria, dicono che si rallenta invece di accelerare, ma loro insistono: sarà boom. Sono convinti che venti miliardi infilati (a debito) in una sistema da 1600-1700 miliardi funzioni come i razzi di un missile. Di Maio, che ha un’anima godereccia, organizza subito una festa su un barcone sul Tevere. 

7- Vi risparmio i dettagli del reddito di cittadinanza. In realtà andrà non a 6,5 milioni di persone, come si è sempre detto, ma solo a 3,5 e nemmeno tutti questi lo prenderanno per intero. Se hai la casa di proprietà (e al sud tutti ne hanno hanno almeno una, del nonno), si calcola il reddito figurativo di questa casa (200 al mese?) e quei soldi ti vengono scalati dal reddito di cittadinanza. Chi diavolo farà tutti questi conteggi, e con quale grado di contestazione, non si sa.

8- Ma a questa banda di scriteriati non interessa nemmeno poi tanto: l’importante, per loro, è gettare benzina sul fuoco, 20 miliardi di mance elettorali, basta che qualcuno li pigli e li vada a spendere (anche se proprio non è aria). E il sistema decolla. Se non decolla, come è probabile, magari porta comunque voti.

Di fronte a questo immane casino, che sta fra la lotteria e il bordello, si spera in qualche primo Vaffa ben dato.