“Docente esperto” voluto da Bruxelles, è bufera: una riforma abilitante in cambio dei miliardi del Next Generation

“Docente esperto” voluto da Bruxelles, è bufera: una riforma abilitante in cambio dei miliardi del Next Generation Ue. Chi rema contro gli assegni europei?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 18 Settembre 2022 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA
“Docente esperto” voluto da Bruxelles, è bufera: una riforma abilitante in cambio dei miliardi del Next Generation Ue. Chi rema contro gli assegni europei?

“Docente esperto” voluto da Bruxelles, è bufera: una riforma abilitante in cambio dei miliardi del Next Generation Ue. Chi rema contro gli assegni europei?

Docente esperto, cos’è? Due o tre cose bisogna pur dirle sull’ultima trovata introdotta con un decreto agostano: il cosiddetto “docente esperto “.

L’ha richiesto Bruxelles che in fatto di trovate ne sa più del diavolo. Tre domande, ora che la scuola è ripartita come al solito zoppicando – calo alunni, mancanza di docenti (dicono i sindacati), incubo crisi. energetica. 

1) L’ITALIA CE LA FARÀ A PORTARE A CASA IL DENARO PROMESSO?

Forse. I burosauri di Bruxelles sono stati chiari, una volta tanto. Cari italiani li volete o no i fondi del Next Generation Ue – preziosi miliardi per la ripresa post pandemica –  che abbiamo già stanziato? Bene. Però dovete fare una “riforma abilitante” riservata al corpo docenti. Solo una piccola cosa. Tranquilli. Niente di lunare.

Dovete dare il 15% in più di stipendio (sono 5.650 euro lordi all’anno)  agli insegnanti di ruolo che conseguono una valutazione positiva per tre trienni consecutivi. Tutto qui.  Vogliamo docenti in gamba, motivati, che non si appiattiscono nella routine scolastica.

Se fate ciò, cioè se introducete la figura del “docente esperto” come cortesemente chiediamo, allora vi mandiamo gli assegni. Sono bei bigliettoni: 24,1 miliardi  ve li abbiamo già dati, 38 miliardi sono in partenza se fate i bravi con i 55 obiettivi , tra cui questo, del secondo semestre. E non dimenticate i 18,3 miliardi previsti nei primi 6 mesi del 2023.

2) CHI STA REMANDO CONTRO IL DOCENTE ESPERTO?

Mica pochi. Facile prevedere un percorso accidentato. Ai consueti “rallentamenti istituzionali “ (quando diventeremo un Paese senza ataviche zavorre?)  ci sono un Parlamento sciolto, i paletti dei partiti sulle singole misure, taxi e licenze agli stabilimenti balneari. Ed altri pali noti. Parentesi: in Italia ci sono tanti insegnanti bravi,
 occorreva proprio la “novità” calata da Bruxelles per dare dignità ai (magri) stipendi degli insegnanti italiani? Sanità e Istruzione sono i pilastri della civiltà.

3) RIUSCIRANNO LE FORZE POLITICHE A CANCELLARE LA NOVITÀ?

Ci stanno provando. Finora hanno dato solo delle belle zuccate contro la blindatura saggiamente voluta da Draghi. Ma nonostante i bernoccoli, lorsignori non mollano. Presi come sono dalla foga e dai sondaggi di una campagna elettorale turbolenta e vuota di contenuti esigibili, hanno minacciato che dopo il voto del 25 settembre torneranno all’attacco per cancellare questo piccolo passo avanti. Ma dopo le urne che succederà?