Elezioni di ottobre, con poca voglia e nessuna speranza

di Lucio Fero
Pubblicato il 1 Ottobre 2021 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni di ottobre, con poca voglia e nessuna speranza

Elezioni di ottobre, con poca voglia e nessuna speranza FOTO ANSA

Elezioni di ottobre, elezioni importanti. Si scelgono i sindaci di Milano, Roma, Torino, Bologna, Napoli, Trieste e di altre centinaia di Comuni. Si sceglie il governo della Regione Calabria, si vota per due seggi parlamentari di cui uno, quello di Siena, assume un rilievo di prima grandezza se legato alla vicenda Montepaschi e alla candidatura di Enrico Letta segretario del Pd. Elezioni importanti, eppure…

Eppure qualcosa manca

A Roma i candidati sindaci sono (se non ricordiamo male) 22. E le liste che li accompagnano e sostengono molte più di 22. E di liste e di offerta politica ce n’è in tutti i posti in cui si vota in abbondanza, abbondanza estrema. Così che uno può avere ampia scelta di voto. Ma cosa davvero si può votare, cosa c’è da votare? Si può, senza difficoltà, votare per forze politiche illiberali, regressive e anche discretamente eversive. Ce n’è quante ne si vuole sulla scheda elettorale. E si può anche votare per forze politiche conservatrici dell’esistente, protettrici delle corporazioni esistenti, quindi assistenzialiste, basta scegliersi la propria di riferimento in riferimento appunto alla corporazione cui si appartiene.

Anche qui: ce n’è quante ne si vuole di questo tipo nella scheda elettorale. Oppure, ancora: si può votare per forze politiche reazionarie e anti moderne, ce n’è in scheda e ce n’è ai capi opposti della cosiddetta geografia politica. Quel che non c’è è la possibilità di votare per una forza politica riformista, questa nelle liste davvero non c’è. Qualcuno, molti si mascherano da riformisti ma riformisti non ce n’è. Perché il riformismo, il partire dalla realtà, l’accettarla, il metterci mano per ricomporla in nuova figura presuppone di non raccontare la bugia molesta e nociva per cui la riforma è quella cosa che ci guadagnano tutti e nulla cambia.

Il riformismo non protegge nessuno, offre condizioni e opportunità a tutti. E talvolta, se può, corregge, non protegge. E, ultimo ma non ultimo, il riformismo non dà eccellenti risultati nella politica ramo di impresa della più grande industria dell’intrattenimento. Quindi, se uno volesse votare riformista, o si accontenta delle imitazioni sapendo che son merce tarocca, o votare riformista non può perché in scheda non c’è. Quindi uno così in queste elezioni di ottobre al voto ci va con… poca voglia e nessuna speranza.