I mercati non sono scemi: 40 punti di spread in più in tre giorni

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Marzo 2012 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Crudeli sì ma scemi no, i mercati li puoi spaventare ma far fessi, vendergli uno al prezzo di due non ci riesci. E infatti in tre giorni i mercati si sono ripresi circa quaranta punti di spread che avevano dato in “credito” all’Italia. Lo spread era sceso a quota 280, è risalito a quota 320, in tre giorni. E non giorni qualsiasi. Infatti lo spread stava a 280 o giù di lì mentre la coppia Monti-Fornero stava covando la riforma del mercato del lavoro, quel giorno proprio quel giorno lì la quotazione dello spread era quella. Non solo, tutti gli analisti dicevano, e il governo ci sperava: vedrete, appena si annuncia la riforma lo spread scivola a 250 e forse ancora più giù. Poi la riforma quella sera viene annunciata, però i mercati…

I mercati capiscono che saranno scioperi e proteste, ma questi li avevano messi in conto. Capiscono che sarà lunga e incerta battaglia parlamentare e su questo non sanno che conto fare. Capiscono che la riforma appena nata sarà subito riformata e non sanno come anche se intuiscono perché. Capiscono che il Pd di Bersani proprio non ci può stare e che, se non ci può stare il Pd, allora anche il governo non può tirar dritto. Capiscono che una “delega di legge” è un appuntamento alle calende…”greche” non proprio ma quasi. Capiscono che il Parlamento italiano è campo di gioco impraticabile per un decreto legge. Capiscono che, contrariamente all’annuncio di Monti, “la partita non è chiusa”. E non gradiscono, non “comprano” in termini di spread una riforma che ancora non c’è e che alla fine, quando sarà, non si sa che riforma sarà.

Gli analisti dicono anche in verità che la risalita dello spread è colpa della Spagna e dei suoi guai. Vero, ma dall’altra parte ci sarebbe anche la notizia che la Germania si va convincendo a mettere soldi nel Firewall, nel “muro taglia fuoco” garanzia anti debito degli Stati sovrani. Guarda caso si lasciano impressionare più dai guai spagnoli che della disponibilità tedesca. Dicono gli analisti che è colpa del petrolio che neanche l’Arabia Saudita può calmierare nel prezzo montante aumentando la produzione. Se l’Arabia lo fa, i mercati prendono paura che sia in vista penuria e corrono agli acquisti, ottenendo sul prezzo del petrolio gli effetti contrari a quelli voluti. Vero, però lo spread italiano era calato, calava da settimane anche quando il prezzo del petrolio cresceva.

Quaranta punti di spread in più in tre giorni, nei tre giorni italiani post annuncio della riforma del lavoro sono cosa e misura anche italiana e non solo spagnola o petrolifera. Quaranta punti di spread in più che dicono che i mercati sono crudeli ma non scemi: leggono i giornali, anche quelli italiani e capiscono che la grande riforma del lavoro italiano è sospesa in aria e soggetta ad ogni vento. Fino a che non atterra, non la comprano.