Ministro, vil razza dannata. Dovunque andavi, andavi per male

Lollobrigida ministro campione della cultura anti scienza. Ma ministro non è, non dovrebbe essere, stigma e lettera scarlatta. In treno andava per pubblico ufficio. Però per il populismo imperante un ministro dovunque va, va per male.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Novembre 2023 - 09:50
lollobrigida

Foto Ansa

Ministro Lollobrigida va da mesi per l’Italia a combattere, arginare, scomunicare quello scardinatore di civiltà che è il metodo scientifico. Un vero reazionario il ministro Lollobrigida, reazionario nel senso tecnico del termine, portatore e propugnatore di una “reazione” a quelle pericolose teorie pratiche che da Cartesio, passando per Newton e poi, peggio del peggio, gli Illuministi…Fino ai “globalisti”. Lollobrigida ministro è fiero di aver scomunicato la carne coltivata in laboratorio da cellule animali.

Lollobrigida, applicando lo stesso dogma, dovrebbe scomunicare buona parte della produzione agricola, tutta o quasi da millenni ibridata, coltivata, mutata da mano umana nei geni e nelle specie. Ma Lollobrigida mica è ministro dell’Agricoltura, è ministro degli agricoltori e di questo si senti fiero. Ancor più fiero si sente e si dichiara dell’Italia “unico paese al mondo” che dichiara reato e peccato il cibo che non sia benedetto dai secoli e dalla tradizione. Lollobrigida ministro è colui che più coerentemente e compiutamente elabora il concetto di cibo “impuro” caro alle teocrazie di tutti i tempi. Nessuna simpatia dunque per l’azione, la predicazione cultural politica che ministro Lollobrigida va facendo. Però Lollobrigida è ministro. E ministro non è, o meglio non dovrebbe essere, uno stigma, una lettera scarlatta, un marchio di infamia. E invece dannatamente lo è.

Lollobrigida e il treno

Perché per lui Lollobrigida si è fermato il treno in colossale ritardo, perché per lui sì e per me no? La domanda del cittadino indignato. La risposta è, dovrebbe essere, perché lui è ministro. E perché il tempo di un ministro non è lo stesso di un cittadino comune e perché il suo lavoro è altro da quello del comune cittadino. E perché da ministro andava, doveva essere a Caivano. Non da imprenditore a fare un affare a Caivano, non da commerciante o impiegato con appuntamento a Caivano, non da privato che andava a Caivano per i suoi fatti privati. Ma da ministro che andava a Caivano per pubblico ufficio e servizio. E quindi l’arrivare a Caivano non era, in quanto ministro, suo capriccio ma suo dovere.

Ma l’acidume populista ha gettato vetriolo sul volto e sull’immagine di ogni “ufficio pubblico”. Un ministro, se è tale, è per definizione sospetto. La sua stessa esistenza è “ontologicamente” dedita allo spreco, al privilegio, alla sopraffazione. Se un ministro va, dovunque, comunque e perché vada è sempre per male. Il populismo (la gente ha sempre ragione) ha trasformato la cittadinanza, l’essere cittadini in sapienza ed attitudine ad essere petulanti e tonitruanti umarell e rancorose comari.

Ultimo ma non ultimo…

L’oscurantismo, l’avversione alla scienza della parte politica di cui Lollobrigida è campione è devastante. Nel Lazio governato dalla Destra vaccinarsi contro il Covid è difficile. A Roma è di fatto impossibile. Un Governatore No Vax non avrebbe saputo e voluto fare di meglio. Sono secoli che quella che possiamo chiamare cultura di destra ha pessimi rapporti con la scienza e il metodo sperimentale. rapporti di allergia.

Ma se un politico reazionario diventa ministro (per voto popolare tra l’altro) male o bene che sia lavora per “pubblico ufficio”. Anche quando va in treno. E chi, cioè quasi tutti, nega che vi sia mai “pubblico ufficio” e ci sia sempre e solo privilegio, è in fondo chi pensa che la politica sia “attività criminogena” per sua natura, chi in fondo pensa che Stato e democrazia siano impostura…Alla lunga, ma neanche tanto, è chi, da secoli e ancora oggi, apparecchia tavola e camera da letto a tutte le fasi storiche e regimi reazionari.