Olli Rehn ritorna a bacchettare l’Italia su deficit e debito. Intervistato da Andrea Bonanni per Repubblica, il vicepresidente della Commissione europea e commissario Ue per gli affari economici e monetari ha detto che sul “deficit, l’Italia è in linea, anche se di poco, con il criterio del tre per cento e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo che è importante per la sua credibilità sui mercati finanziari. Inoltre l’Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito, e non lo sta rispettando”. Pochi sanno che Rehn, finlandese nato il 31 marzo di 51 anni fa, ha un passato da calciatore. Ma molti conoscono il suo presente: uno che in nome del rigore distribuisce calci a destra e a manca. L’Italia è uno dei suoi bersagli preferiti: Per centrare gli obiettivi “lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, e invece è solo dello 0,1 per cento. Ed è per questo motivo che l’Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti”. Rehn evidenzia di avere “preso nota delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review. Ma lo scetticismo è un valore profondamente europeo. E io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014”.