Idee pazze. Stampare moneta da soli, dice Berlusconi. Cosa succederebbe?

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pazza idea la chiama Berlusconi quella di far stampare euro dalla nostra Zecca di Stato. ”Cominciamo a stampare euro noi con la nostra Zecca..” , ha affermato, riferisce l’Ansa. “Dobbiamo andare in Europa a dire con forza che la Bce deve iniziare a stampare moneta. Così cambia l’economia. In caso contrario dovremmo dire ‘ciao ciao Europa’ o dire alla Germania o alla Francia di uscire loro dalla crisi se non sono d’accordo”. E’ praticabile una cosa del genere? E’ davvero pazza l’idea?

L’emissione di moneta, stampare euro, è una prerogativa della sola Banca Centrale Europea. “Dal 1° gennaio del 1999 la Banca centrale europea ha il compito di determinare la politica monetaria di tutti i Paesi europei che decidono di adottare l’euro, smettendo di battere valuta propria. Da quando l’Italia è entrata nell’euro, la Banca d’Italia non stampa più lire perché ha ceduto questa funzione alla Bce”: sono cose note, facciamole dire all’attuale governatore centrale Mario Draghi.

Il compito principale affidato alla Bce è quello di mantenere la stabilità valutaria, contenere il livello di inflazione. E’ scritto anche nello Statuto della Bce. Quindi non è che la Bce non stampi moneta, il fatto è che ne emette in quantità tale, visti gli aggregati economici, che non ci sia troppa moneta circolante al fine di disinnescare fenomeni inflattivi. In termini generali, l’immissione nel mercato di ingenti somme di liquidità tramite aste cui le banche private europee potevano accedere con un tasso dell’1%, può essere considerata una forma indiretta per far circolare più moneta. Tuttavia, Mario Draghi, o chi per lui, rispetto per esempio a un collega americano della Federal Reserve (l’equivalente della Banca centrale), non può inondare di dollari il mercato, per favorire magari le esportazioni.

In generale, il ricorso a stampare più moneta viene sempre invocato, specie dai politici, magari per comprare i propri titoli e far scendere i rendimenti sugli stessi e finanziare il debito a costi accettabili. In Europa, il contenimento dell’offerta di moneta, è un fatto, ha tenuto sotto controllo i livelli di inflazione nel corso degli anni. Un successo, comunque un obiettivo raggiunto. Contestualmente, di questa stabilità finanziaria se ne è avvantaggiata la Germania, ma ha fortemente danneggiato gli altri paesi dell’eurozona. E questo è un altro fatto.

Uscire allora, seguire la pazza idea? A che prezzo? In attesa che la proposta venga almeno argomentata, vediamone qualche conseguenza probabile. Al netto della possibilità politica di una scelta del genere. Intanto, la quantità di moneta creata aumenterebbe e si svaluterebbe rispetto alle altre monete: avevi 100 mila euro in banca, ti ritrovi con la metà del suo valore, per dire se, ipotizzando una svalutazione del 50%. Questo per il singolo: il debito dello Stato, espresso nella moneta che si svaluta, paga interessi più elevati. La cura non guarisce il paziente, ma aggrava la malattia: più incertezza uguale meno affidabilità del paese e della moneta che si svaluta. Per le banche il primo problema sarebbe l’immediata fuga dei risparmiatori, i capitali volerebbero al sicuro all’estero.

Effetti positivi: la svalutazione aumenta l’export, ci sarebbe la fila per acquistare buoni prodotti italiani a prezzi di saldo. Non vale, al contrario: come pagare le materie prime tipo il petrolio a prezzi raddoppiati?