Berlusconi torna da Minsk: “doni” e polemiche

Pubblicato il 1 Dicembre 2009 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Lukashenko si stringono la mano

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è rientrato nella notte a Milano, per dormire nella sua villa di Arcore e meditare sui risultati della sua visita al dittatore della Bielorussia Alexasnder Lukashenko, la prima di un leader occidentale in quindici anni, che è destinata a lasciarsi dietro commenti e polemiche.

Il fatto più clamoroso sono le demenziali a dir poco dichiarazioni di Berlusconi sull’amore del popolo bielorusso, che, secondo Berlusconi, “ama” Lukashenko: “e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti”. Tutto il mondo parla di elezioni truccate in Bielorussia e arriva l’anticomunista italiano a riconoscergli quello che il mondo civile gli nega. Vero è che Berlusconi, come il padre padrone di Singapore, Lee, è così ossessionato dai suoi avversari, i comunisti in entrambi i casi, da adottarne schemi mentali e metodi di getsione. Però questa volta l’ha fatta davvero grossa, perché nella comunità internazionale Lukashenko è considerato peggio dell’ex agente del Kgb Putin.

In cambio delle imbarazzanti parole di lode verso il dittatore, Berlusconi ha portato però a casa, oltre alle polemiche che già lo aspettavano a Roma, qualche risultato concreto: cosette, all’italiana. Ma d’altra parte è certo che mentre il corteo di auto nere in stile sovietico portava Berlusconi all’, areoporto di Minsk, Lukashenko si fregava le mani per avere ottenuto da quel “maccarone” di italiano così tanto, le lodi pubbliche, in cambio di così poco: promesse a Finmeccanica, apertura sulle adozioni, notizie sui nostri poveri soldati morti nelle mani dei sovietici.

Prima di partire, grandiosa cena stile operetta, con tanto di accompagnamento musicale dell’orchestra presidenziale della Repubblica di Bielorussa diretta, precisa l’Ansa, dal maestro Viktor Babarikin.

E mentre l’orchestra suonava, già partivano le polemiche, non solo a Minsk, dove l’opposizione si aspettava da un presunto liberale come Berlusconi qualcosa di diverso, ma soprattutto in Italia, sia da destra, Casini, sia da sinistra, Fassino. Che l’Italia vestisse i panni di ‘avvocato’ di Minsk nel tortuoso cammino verso l’Europa era noto da tempo. Lo scorso aprile ‘bathka’ (il ‘padre’ come si fa chiamare Lukashenko in patria) venne a Roma grazie al fatto che l’Ue, a seguito di alcune aperture, gli aveva sospeso il blocco del visto.

Aperture successivamente confermate dallo stesso Berlusconi che sostenne l’esigenza di “stimolare la Bielorussia affinché raggiunga standard democratici europei”. Ma a Minsk, forse anche incoraggiato dal voto del Parlamento bielorusso che concede maggiori libertà ai partiti nelle elezioni (deciso proprio lunedì 30), il premier italiano è andato ben oltre sostenendo che i risultati elettorali ottenuti da Lukashenko sono la dimostrazione “dell’amore” che la gente nutre nei suoi confronti. Parole che di fatto legittimano le elezioni del 2006 e del 2008, che al contrario l’Osce e gli Usa definirono “non democratiche”.

Racconta l’Ansa che già dal modo in cui accoglie Berlusconi al suo arrivo nel palazzo presidenziale si capisce quanto Lukashenko punti sull’Italia per uscire dall’isolamento internazionale. E’ lui stesso, dopo aver salutato l’ospite definendolo un “esponente politico di livello mondiale”, a dirlo chiaramente: “La sua visita – dice a Berlusconi – è un gesto eloquente di sostegno e appoggio del nostro Paese sulla scena internazionale”.

Lukashenko poi parla dell’Italia come di un “partner privilegiato” e della necessità di accrescere le relazioni commerciali. Berlusconi lo ringrazia e conferma che l’obiettivo è di sfruttare meglio le potenzialità dei rapporti fra i due Paesi, lamentandosi del fatto che l’Italia sia solo nona per interscambio commerciale e addirittura quindicesima negli investimenti. Ma i due accordi siglati (uno per completare il quadro giuridico che consentirà alle imprese italiane di investire in Bielorussia e l’altro nel campo vetrinario) così come il memorandum siglato da Finmeccanica passano in secondo piano rispetto alle cortesie diplomatiche che i due leader si scambiano. Inizia Lukashenko ricordando quanto fatto da tante famiglie italiane per alleviare le pene dei bambini coinvolti nella tragedia di Cernobyl.

Berlusconi ricambia ringraziandolo per le “assicurazioni” avute sul delicato tema delle adozioni, da anni praticamente bloccate per volere di Minsk. ‘Bathka’ rilancia, annunciando a sorpresa un “dono” speciale “all’amico” Silvio: si tratta di documenti inediti che i funzionari del servizio segreto (in Bielorussia si chiama ancora Kgb) hanno scovato negli archivi di Stato sugli italiani morti nei campi di prigionia bielorussi durante la seconda guerra mondiale e di quelli perseguitati per ragioni politiche negli anni Trenta. Il Cavaliere, nel dirsi “commosso”, lo “ringrazia dal cuore” anche a nome dei familiari delle vittime italiane.

Poi, proprio quando la conferenza stampa sembra terminata, aggiunge una frase destinata far discutere: “Tanti auguri a lei e al suo governo. E alla sua gente che so che la ama. E questo è dimostrato da tutti i risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo e apprezziamo”. Parole che lasciano “sbigottito” il leader dell’Udc Casini che chiede al premier di riferire in Parlamento per spiegare “la nuova linea di politica estera italiana”. Analoga richiesta da Piero Fassino del Pd che parla di “sconcertante superficialità” da parte di Berlusconi. Critiche per la visita arrivano dalla radicale Emma Bonino che parla di diplomazia “poco chiara” e dall’opposizione bielorussa che con Anatoli Lebedko, leader del partito civico unito paragona Berlusconi a Lukashenko, definendolo un “uomo d’affari pronto a sacrificare i valori europei” in cambio di accordi commerciali. Parole a cui replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti escludendo, ironicamente, l’esistenza di “gialli internazionali” all’Agatha Cristie.

Fassino ha detto: “Ancora una volta una sconcertante manifestazione di superficialità e di non conoscenza dello scenario internazionale, che rischia di confermare l’immagine di una politica estera italiana oscillante e confusa. Chiunque abbia seguito in questi anni le vicende della Bielorussia sa bene quanti interrogativi susciti nella comunità internazionale la figura di Lukashenko e il suo modo di dirigere il Paese. Anche in questa occasione sarebbe stato necessario che il governo rendesse trasparenti e chiare le finalità della visita del presidente del consiglio in Bielorussia. Visto che non lo ha fatto sarebbe doveroso farlo almeno adesso riferendo al Parlamento”.

Casini ha detto: “Aveva destato in me già profonda meraviglia il fatto che il nostro sia stato il primo capo di un Governo occidentale ad andare in visita ufficiale in Bielorussia da quando è al potere il dittatore Lukashenko. Ma la mia meraviglia era niente in confronto allo sbigottimento di oggi nel leggere gli elogi del nostro premier a Lukashenko, del quale il presidente del Consiglio italiano ha magnificato la popolarità e il consenso tra i cittadini. A questo punto ritengo doveroso che Berlusconi venga in Parlamento, e su questo rivolgerò una richiesta formale al presidente della Camera Gianfranco Fini, per illustrare su quali basi si poggi e a quali linee si ispiri la nuova politica estera italiana”.

Veniamo agli aspetti positivi.

Finmeccanica. Ha firmato a Minsk un protocollo d’intesa per sviluppare accordi di collaborazione nel settore civile, in particolare trasporti, energia, automazione postale, spazio e sicurezza e, più in generale, nel campo dell’alta tecnologia. In una nota, Finmeccanica ha spiegato che per quanto riguarda i trasporti, il memorandum prevede la possibilità di sviluppare progetti comuni per la produzione, in Bielorussia, di autobus a gas per il trasporto urbano nonché per la realizzazione di sistemi di controllo automatico nel campo ferroviario e dei trasporti urbani. Nel settore dell’Homeland Security, Finmeccanica fornirà in esclusiva, attraverso Selex Sistemi Integrati, le tecnologie per garantire la sicurezza dell’area di Minsk e dei campionati mondiali di hockey che vi si svolgeranno nel 2014. In materia postale, l’accordo prevede la cooperazione tra Elsag Datamat e l’azienda nazionale bielorussa BelPostha, per realizzare sistemi di automazione postale. Finmeccanica fornirà inoltre, attraverso Ansaldo Energia, consulenza alla Bielorussia in materia di energia convenzionale e nucleare, e i relativi sistemi di sicurezza. Finmeccanica prevede la possibilità di creare joint venture o di realizzare infrastrutture industriali in loco per promuovere progetti comuni e sviluppare prodotti.

Adozioni. “Ringrazio per le assicurazioni avute” sul tema delle adozioni di bambini bielorussi da parte di famiglie italiane “sulla possibilità di lavorare insieme” su questo tema. un po’ poco per le famiglie italiane ma Berlusconi si axccontenta e certo ne farà buon uso. Ermetico Lukashenko: ha detto solo che nel corso della bilaterale si è parlato anche di adozioni internazionali ed ha fatto cenno alle “garanzie che abbiamo avuto dalla Santa Sede e dallo Stato italiano”.

A quanto pare, del delicato tema delle adozioni le cui pratiche si sono bloccate in questi anni i due leader hanno parlato solo di sfuggita, senza far capire se vi sia uno sbocco immediato alla vicenda. Lukashenko ha ricordato che uno dei motivi del legame tra Italia e Bielorussia è proprio relativo ai “rapporti umani tra i cittadini dei due paesi, anche grazie ai progetti italiani per alleviare le sofferenze dei bambini colpiti dalla tragedia di Cernobyl”. Un accenno per il quale Lukashenko ha ricevuto i ringraziamenti di Berlusconi: “La ringrazio per quanto ha detto sulle famiglie italiane che hanno accolto i vostri bambini a seguito della tragedia di Cernobyl e vi garantisco che questo è stato fatto con il cuore, e che la gioia che questi bambini hanno portato nelle nostre famiglie ha largamente compensato quanto è stato fatto dalle famiglie italiane. Tanto è vero che – ha proseguito Berlusconi – ci sono numerose richieste di adozione”. “Sono nati dei rapporti di affetto – ha concluso Berlusconi – e di amore che si stanno concretizzando anche in procedure di adozione di questi bambini; grazie per l’attenzione che il suo governo potrà dare per il completamento di questi sogni d’amore”.

I caduti. I risultati di una ricerca “certosina” da parte dei funzionari dell’intelligence bielorussa negli archivi di stato alla ricerca di informazioni sugli italiani scomparsi in Bielorussia durante la seconda guerra mondiale e di quelli perseguitati per ragioni politiche negli anni ’30 sarebbe  il “dono” fatto da Alexander Lukashenko a Berlusconi. Da vero magliaro, il dittatore ha detto: “Non è un caso che ho detto di considerare il presidente Berlusconi un amico. noi cerchiamo sempre di fare dei degni doni ai nostri amici. In seguito ad un lavoro certosino dei nostri funzionari del Kgb, il Comitato di Stato per la sicurezza, presso vari archivi in Russia e Bielorussia, abbiamo accumulato una grande serie di documenti di archivio riguardanti le sorti di diversi cittadini italiani che si trovavano in campi di prigionia suolo bielorusso durante la seconda guerra mondiale”.

Questo in realtà, se vale poco per le famiglie dei caduti, dati per morti senza speranza da decenni, vale molto politicamente per Berlusconi, che saprà certamente valersene presso le varie aassoxiazioni di destra.

Però la vera ciliegina è venuta dopo, quando Lukashenko ha detto: “Inoltre  abbiamo raccolto informazioni sugli italiani perseguitati per ragioni politiche negli anni ’30 del secolo scorso”: in altre parole, ottimo materiale di propaganda anticomunista per la campagna elettorale dlela prossima primavera, perché certamente qui si parla di comunisti italiani fuggiti in quello che credevano un paradiso, finiti invece nell’ingranaggio delle pughe staliniane degli anni trenta, in cui qualche schizzo di sangue quanto meno lambì la giacca del leader comunista italiano Palmiro Togliatti.

Il presidente bielorusso ha sottolineato che il governo di Minsk comprende “l’importanza per il vostro paese e per le famiglie dei cittadini scomparse di queste informazioni”. E la Bielorussia è “pronta, per un ulteriore consolidamento dei rapporti fra gli Stati, ma anche fra i cittadini, a trasmettere questa documentazione, che non è mai stata trasmessa prima all’Italia”. Lukashenko ha però precisato che si tratta “solo di una parte” degli archivi, ma ha assicurato che ove vi fosse interesse da parte italiano il governo è disponibile ad offrire un ulteriore aiuto. “Ho studiato questo materiale e sono convinto che lei presidente rimarrà molto colpito”, ha concluso Lukashenko rivolgendosi a Berlusconi.

Berlusconi, come il gatto col topo in bocca, lo ha ringraziato “col cuore” per l’iniziativa ed ha aggiunto: “Ricevo con commozione queste carte che mi giungono come un omaggio imprevisto e credo di poter interpretare i sentimenti delle famiglie nel rivolgerle un ringraziamento dal profondo del cuore e cordialissimo. Ancora grazie davvero”.