Casa Milanese, Tremonti: “Una stupidata, ma mi sentivo spiato” e “non ho bisogno di rubare”

Pubblicato il 29 Luglio 2011 - 08:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 29 LUG – ”Lo riconosco. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita”’. Cosi’ il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un colloquio con la Repubblica parla della vicenda che lo vede coinvolto riguardo all’affitto di una casa nel centro di Roma, pagato dal parlamentare Marco Milanese.

”In quella casa non ci sono andato per banale leggerezza – aggiunge il ministro – Il fatto e’ che prima ero in caserma ma non mi sentivo piu’ tranquillo”. Il titolare del dicastero di via XX Settembre precisa che nel suo lavoro si sentiva ”spiato, controllato, pedinato”. Da qui la decisione di accettare la proposta di Milanese.

Tremonti, pero’, respinge le accuse di evasione fiscale. ”Chi parla di evasione fiscale – prosegue – e’ in malafede. Questa accusa non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente indiscutibile l’assoluta regolarita’ del mio comportamento e del mio contributo alle spese di quell’affitto”.

Inoltre, Tremonti nega di essere a conoscenza dell’inchiesta Enav e delle dichiarazioni dell’imprenditore Tommaso Di Lernia.

”E’ una storia di cui non so nulla – precisa Tremonti – non conosco quell’imprenditore indagato, non so nulla del contesto nel quale ha raccontato quei fatti”.

In sostanza, Tremonti motiva la scelta di andare a stare nella casa di Milanese per tre giorni alla settimana, i giorni in cui restava a Roma, perche’ ”non me la sentivo di tornare in caserma – dice – per questo, ad un certo punto ho accettato l’offerta di Milanese. L’ospitalita’ di un amico, presso un’ abitazione che non riportava direttamente al mio nome, mi era sembrata la soluzione per me piu’ sicura”.

“Non rubo soldi agli italiani”. Concetti che il ministro ha ribadito anche nel programma “Unomattina”: ”Io prima di fare il ministro dichiaravo al fisco 5 milioni, 10 miliardi di vecchie lire all’anno. Devo dire che do in beneficenza piu’ di quanto prendo come parlamentare. Non ho bisogno avere illeciti favori, di fregare i soldi agli italiani. Non ho casa a Roma non me ne frega niente, non faccio vita di salotti”.

”Forse avrei dovuto essere piu’ attento, ma se devi lavorare in quento modo… Gestire il terzo debito ti impegna abbastanza. Ma se ci sono stati illeciti la magistratura procedera’. Se ci sono stati appalti commissariamo tutto, abbiamo gia’ commissariato una societa’ e lo rifaremo se serve”.

”Scusarsi? Per uno come me e’ una cosa…”. Non finisce la frase il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a Uno mattina, lasciando pero’ capire che si tratta di un gesto difficile per lui. ”Forse avrei dovuto essere piu’ attento, ma se ho fatto degli errori l’unica scusante che ho e’ che lavoro tanto perche’ devo gestire il terzo debito del mondo. E vorrei continuare a lavorare nell’interesse del mio Paese”.