Confalonieri: "Berlusconi accerchiato ora si è ripreso"

Pubblicato il 29 Ottobre 2011 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Berlusconi è tornato ad essere Berlusconi''. Lo dice in un colloquio con il Corriere della Sera il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, che a proposito delle ultime parole e precisazioni del premier sull'euro – ''moneta strana che non ha convinto nessuno'' -, dice: ''una cosa che pensano tutti, solo che lui lo dice, perché non è ipocrita. O forse perché non ha la qualità dell'ipocrisia, che in politica passa per essere una dote''.

''Comunque – prosegue Confalonieri – non voleva attaccare l'Unione. Anzi, più volte ha detto che il problema della moneta unica è l'assenza di unità politica dell'Europa. Perciò il suo concetto va interpretato come un appello a costruire un'istituzione sovranazionale più forte''.

C'è stato, prosegue, ''un periodo in cui Silvio era stordito, accerchiato com'era da un'operazione politica, mediatica, economica e giudiziaria concertata, che mirava a tramortirlo'' anche se ''lui ci aveva messo del suo nel prestare il fianco''. Ora, assicura, il premier ''si è ripreso, anche fisicamente''.

''E' il terzo tempo – dice Confalonieri -, e sarà un bel finale'', a patto che Berlusconi ''non si distragga'', perché dovrà ''sapersi destreggiare tra mille difficoltà'', incrociando la lama con ''corporazioni, sindacati, avversari e anche alleati''. Se ci riuscirà, ''avrà sfatato il mito dell'Italia ingovernabile'' e ''smentito i suoi oppositori'', che gli chiedono di fare un passo indietro per mettere in ordine il Paese: ''Davvero si può credere che un altro governo guidato da un Monti, un Tremonti o un Casini riuscirebbe a mantenere gli impegni assunti con l'Europa? E con l'appoggio di chi: della sinistra?''.

Confalonieri è convinto che ''Bossi non farà cadere Berlusconi, perché tra loro c'è un rapporto viscerale'', mentre è stupito dall'atteggiamento del ministro Tremonti, diventato ''un caso psicologico più che politico''. Bene invece il neo presidente della Bce Mario Draghi: ''non godrà delle simpatie di Tremonti ma dimostra come l'Italia abbia uomini di valore nei posti chiave, capaci di decrittare i giochi di potere e di tenerli separati dai problemi da risolvere. Ha fatto quindi benissimo il premier a sostenere la sua candidatura''.