Decreto Ilva è legge dopo ok in Senato. M5s non vota: “Ammazza Taranto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2013 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
Decreto Ilva è legge dopo ok in Senato. M5s non vota: "Ammazza Taranto"

Decreto Ilva è legge dopo ok in Senato. M5s non vota: “Ammazza Taranto (Foto LaPresse)

ROMA – Il decreto Ilva è diventato legge con l’ok del Senato. I voti a favore del decreto sono stati 206, 9 i no e 10 gli astenuti. Una forte opposizione è arrivata dai senatori del Movimento 5 stelle, che non hanno partecipato al voto, mentre Sel si è astenuta. Per i senatori M5s il decreto è “un ammazza Taranto” perché consente il commissariamento, da parte del Consiglio dei ministri, delle imprese di interesse strategico nazionale che comportano pericolo ambientale.

Il governo, ponendo il voto, ha impedito che altri potessero apportarvi modifiche. Una condizione che ai senatori M5s non è andata giù, come spiega Francesco Molinari:

“Più che salva Ilva è il dl “Ammazza Taranto”. Non ci permettono di apportare alcuna modifica al dl e, quindi, abbiamo deciso di abbandonare l’Aula”.

La velocità con cui il governo ha approvato il decreto è dettata dai tempi ormai stretti per la sua conversione in legge, che deve arrivare entro il 3 agosto e deve ancora passare dalla Camera dei deputati, spiega il Corriere della Sera:

“Le imprese oggetto del decreto devono avere almeno mille lavoratori subordinati (il decreto del Governo ne prevedeva solo 200, la modifica è stata apportata a Montecitorio) e un’attività che comporti pericoli oggettivamente gravi per l’integrità dell’ambiente e della salute a causa dell’inosservanza reiterata dell’autorizzazione integrata ambientale”.

Enrico Bondi ed Edo Ronchi sono rispettivamente il commissario straordinario e il sub commissario nominati per la gestione dell’Ilva di Taranto. Il loro mandato avrà durata di 12 mesi, prorogabili fino ad un totale di 36 mesi. Il loro compito sarà quello di garantire l’attuazione dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, disponendo degli 8.1 miliardi di euro che la magistratura ha svincolato dopo il sequestro.