Elezioni anticipate: probabile luglio, il calendario

Pubblicato il 30 Marzo 2013 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
giorgio napolitano

Napolitano: lascetà il 15 maggio o prima?

Si andrà a votare a luglio. Se i partiti non troveranno un’intesa, cosa che appare assai difficile, le elezioni anticipate sono nel nostro futuro.

“Possibile il voto già a metà giugno” è il titolo con cui Sole 24 Ore presenta la prospettiva del voto, anche se il voto più probabile, a leggere l’articolo fino in fondo è quella di luglio. Lo scenario descritto dal Sole 24 Ore di ora in ora appare sempre più probabile.

Secondo il Sole 24 Ore, è

“difficile immaginare una situazione più complicata: un Parlamento che non riesce a esprimere una maggioranza, un Presidente della Repubblica che non può sciogliere le Camere perché in scadenza di mandato e una legge elettorale che, se si andasse a votare, potrebbe produrre una replica dello stallo che si sta consumando in questi giorni post-voto”.

La situazione è ancora più complicata dal fatto che le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia si terranno il 21 aprile e da esse devono essere indicati i rappresentanti di quella regione che faranno parte del corpo dei grandi elettori del Presidente della Repubblica. Quindi niente elezioni del Presidente fino a fine aprile o più probabilmente, per l’intreccio di domeniche e ponte del primo maggio, agli inizi di maggio. Questo in realtà dovrebbe neutralizzare gli effetti di eventuali elezioni anticipate di Giorgio Napolitano, a parte quelli politici e internazionali.

Senza l’intoppo friulano, la procedura è quella esposta dal Sole 24 Ore. Il 15 aprile, cioè un mese prima della fine della presidenza di Giorgio Napolitano (in carica dal 15 maggio 2006),

“il presidente della Camera dovrà convocare il Parlamento in seduta comune per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano. Entro questa data ciascun Consiglio regionale deve eleggere i tre delegati (uno per la Valle d’Aosta) che vanno a integrare i 630 deputati e i 319 senatori chiamati a eleggere il Capo dello Stato. I «grandi elettori» saranno in totale 1.007”.

“Nelle prime tre votazioni è richiesta la maggioranza di due terzi dell’assemblea; in quelle successive la maggioranza assoluta. Obiettivo che il centrosinistra con i suoi numeri (495) potrebbe centrare da solo, magari dopo tre giorni votazione”.

Il costituzionalista Francesco Clementi, intervistato dal Sole 24 Ore, ha così anticipato i passi successivi del nuovo Presidente che

“dopo essersi insediato, avrebbe un paio di giorni per consultare le forze politiche e decidere se sciogliere il Parlamento”.

I  conti senza l’oste friulano proseguono così: il nuovo Presidente

“firmerà contestualmente due decreti: quello di scioglimento del Parlamento e di indizione dei comizi elettorali. Dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale devono trascorrere almeno 45 giorni prima del voto. In questo scenario la prima data utile sarebbe il 16-17 giugno”.

L’attesa dei grandi elettori del Friuli Venezia Giulia e il ponte del primo maggio farebbero slittare di un paio di settimane il programma e si dovrebbe quindi finire decidere di guadagnare qualche giorno e finire al 30 giugno, come prevede comunque il Sole 24 Ore, o anche ai primi di  luglio.

Se ci andrà bene, avremo un nuovo Governo a settembre. Nel frattempo, se Napolitano lascerà senza un nuovo Governo, per quanto provvisorio, ci toccherà ancora Monti.