L’amarezza di Bertinotti: “La sinistra non esiste più. E’ solo nomenklatura”

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

Fausto Bertinotti

REGGIO CALABRIA – ”La sinistra? Non esiste più. Detta così sembra molto radicale, però non c’è, bisogna prenderne atto”. A dirlo, con un’affermazione lapidaria che ha un po’ il sapore della resa,  è stato Fausto Bertinotti, intervenuto martedì 1 febbraio a Reggio Calabria.

”La sinistra – ha aggiunto l’ex leader di Rifondazione Comunista – non c’è  come soggetto influente nella società. Naturalmente c’e’ la nomenklatura, persone per bene, organizzazioni politiche molto importanti e pregevoli, ma come tale, nel suo insieme, la sinistra non c’è. Basta vedere cosa avviene a livello europeo. La crisi di questa globalizzazione avrebbe dovuto restituire la politica alla sinistra perché  ha messo in luce che l’autoregolamentazione del mercato come risposta ai problemi della società è  fallita. Il mercato è stato lasciato libero e, come sapevano i classici dell’economia, ha prodotto diseguaglianze e crisi. Oggi, tra i potenti di Davos, ci si chiede addirittura se questa diseguaglianza non sia così marcata da diventare un problema per l’economia. Il mercato non si autoregola e per forza chiede l’intervento della politica; chiede un intervento di Stato che può essere buono o cattivo, può finanziare banche oppure i lavoratori o i disoccupati. Ma nel momento in cui l’economia chiede l’intervento dello Stato, chi dovrebbe essere protagonista? La sinistra, che per storia e vocazione dovrebbe avere il compito di guidare l’economia diversamente dalla destra che dice ‘il mercato si autoregola’. Se non accade è  perché non c’e’ la sinistra”. ”Alla crisi della democrazia – ha concluso Bertinotti – la risposta e’ la ricostruzione della sinistra”.

”Berlusconi – secondo Bertinotti – pensava di mettere in discussione l’art. 41 della Costituzione, quella parte in cui si afferma che l’impresa privata è libera di agire, ma alla condizione che rispetti il ruolo sociale”. L’ex leader di Rifondazione, presentando  il suo libro ”Chi comanda qui? Come e perché si è smarrito il ruolo della Costituzione”, aggiunge:  ”L’idea che viene proposta è quella di trasformare Marchionne in Costituzione. La proposta del Presidente del Consiglio alle opposizioni e’ molto rivelatrice. Da un lato chiede un coinvolgimento, dall’altra, poi, chiede il coinvolgimento su questa politica. Adesso si vuole cambiare l’art 41 e negare quella assunzione di responsabilita’ delle imprese nei confronti della societa’ che era l’elemento complementare dell’art. 1, cioe’ della Repubblica fondata sul lavoro. Si vuole fare cosi’ per coprire quella contraddizione che si e’ creata tra la Costituzione e quello che accade realmente. Invece di cambiare quello che accade realmente, per renderlo coerente con la Costituzione, si vuole cambiare la Costituzione per adattarla alla realta”’.