Gian Marco Saolini (Giovanni Titori): così ho inventato la pacchia Aquarius

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Giugno 2018 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA
Gian Marco Saolini (alias Giovanni Titori): così ho inventato la pacchia Aquarius

Gian Marco Saolini (Giovanni Titori): così ho inventato la pacchia Aquarius

ROMA – Gian Marco Saolini, alias o in arte, se così si può dire, Giovanni Titori [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Giovanni Titori che è l’italianizzazione del nome inglese di uno che non è mai esistito, di un immaginario soldato reclutato, spedito e mai tornato da un viaggi nel tempo. Insomma, nel chiamarsi, nell’auto battezzarsi Giovanni Titori il vero e in carne e ossa Gian Marco Saolini quasi avverte: guardate che invento, confeziono e metto in giro balle, panzane, bugie.

Gian Marco Saolini, che La Stampa definisce troll di professione mentre lo intervista con Valerio Piperata, però ad una cosa ci tiene: le sue balle, panzane, bugie, invenzioni sono di successo. E sono di successo perché calibrate su ciò che vuole la gente. Al giornalista ribadisce “dico alla gente quello che la gente vuole credere”.

Gian Marco Saolini, l’ultima: spacciarsi, ovviamente sui social network, per un marinaio della nave Aquarius che, ovviamente, racconta la verità. Saolini spiega: “il format del non ve lo dicono, state a sentire me che vi dico la verità” funziona sempre. Alla gente piace sentirsi astuta nel rifiutare i fatti e sentirsi detentrice di una verità vera che mica ce l’hanno tutti.

Gian Marco Saolini, inventatosi marinaio di nave Aquarius ha inventato la verità sui migranti imbarcati su Aquarius: ben vestiti, ben nutriti, sala giochi d’azzardo, video game…Insomma una piccola Las Vegas galleggiante, altro che quello che vi dicono in tv o sui giornali, i migranti stanno da dio.

Quattro milioni di visualizzazioni e 120 mila condivisioni per questa bugia confezionata da Gian Marco Saolini. Al giornalista che glielo domanda, alla domanda su come gli sia venuto in mente di inventare migranti che se la spassano a bordo nave Aquarius, Saolini risponde: “Me lo ha fatto venire in mente Salvini, anzi la sua frase sulla pacchia, ho sceneggiato la pacchia”.

Saolini dice di essere quasi un comico, anzi non proprio, forse satira. Dice di inventare e diffondere bugie per divertimento, anzi non proprio, forse qualcosa di simile a un lavoro. Dice che se la gente dedicasse un minuto di attenzione ad analizzare quel che lui inventa e confeziona, capirebbe subito di che si tratta. Come quella volta che si inventò medico anti vaccini, bastava un mini controllo di plausibilità. ma la gente se ne frega della verità, figurarsi della plausibilità. La gente abbocca, inghiotte, corre a condividere.

Saolini si difende, anzi rivendica una certa sua contemporaneità: “Che colpa ho io se la gente è razzista? Non sono io che evoco il razzismo, è il razzismo che si è svegliato alla grande”. E infine Saolini piazza la frase più inquietante della sua intervista: “Invento? Faccio lo stesso che fanno Salvini e Di Maio”.

Di certo non è solo Saolini e il trollismo non è più solo malattia dei social network. Ogni giorno ce n’è una, anzi due e tre e di più, ovunque. L’ultima è il pericolo-allarme che gli operatori Ong portino dall’Africa Ebola in Italia. Una super balla super razzista. Ma piace, come è piaciuta e anche un sacco quella della pacchia Aquarius per i migranti in crociera.