Giancarlo Lombardi è morto: fu ministro dell’Istruzione

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2017 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA
Giancarlo Lombardi è morto: fu ministro dell'Istruzione

Giancarlo Lombardi è morto: fu ministro dell’Istruzione

ROMA – Si è spento all’età di 79 anni Giancarlo Lombardi, imprenditore illuminato ed ex ministro dell’Istruzione col governo Dini (1995-96). E’ morto giovedì notte dopo una lunga malattia, nella sua Milano. Lascia due figli, cinque nipoti e la moglie Clara, detta Ninetta.

Nato nel 1937 a Milano, Lombardi si era laureato in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano. E’ stato volontario in Africa e tra i fondatori dell’Agesci, l’associazione degli scout cattolici. Ha lavorato anche in Olivetti prima di tornare all’azienda di famiglia, la “Filatura di Grignasco”, in provincia di Novara, una delle realtà più importanti nella filatura pettinata laniera. Nel 1988  fu nominato Cavaliere del Lavoro e ha fatto parte del consiglio direttivo della Confindustria per la quale ha ricoperto la carica di consigliere incaricato per la scuola, la formazione e la ricerca. Materia di cui si è occupato anche nel governo guidato da Lamberto Dini.

E’ stato inoltre presidente di Federtessile tra il 1983 e il 1987; consigliere dell’università Luiss di Roma, dell’Università Cattolica e del Touring Club. L’attuale ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, ha espresso “profondo cordoglio” per la sua scomparsa e lo ricorda così:

“Viene a mancare un uomo che ha fatto tanto per il mondo dell’istruzione e per il mondo del lavoro. Fu tra i primi a spingere per l’autonomia scolastica con l’ obiettivo di ridurre il centralismo e la burocrazia, per l’ innovazione tecnologica nella scuola, per agevolare il rapporto fra scuola e lavoro, gettando le basi per quel cambiamento culturale che si sta dispiegando oggi nei nostri istituti scolastici. Voleva una scuola di qualità per tutte e tutti”.

“Ho conosciuto personalmente Giancarlo Lombardi – aggiunge il ministro – durante la mia esperienza come Segretaria generale nazionale della Filtea Cgil. Era un uomo di grande rigore morale e intellettuale, un industriale rispettoso della dignità del lavoro, attento ai diritti e alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, aperto all’ascolto e al dialogo. Il confronto con lui, nei nostri diversi ruoli, è stato sempre franco e costruttivo, orientato all’interesse del Paese. Esprimo vicinanza alla famiglia e mi unisco al loro dolore”, conclude