Il “Giovanardi day”: a caccia di drogati da Cucchi al Parlamento

Pubblicato il 9 Novembre 2009 - 15:56| Aggiornato il 10 Novembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Carlo Giovanardi

E’ una sorta di “Giovanardi day”: il giorno del sottosegretario alla presidenza del Consiglio a caccia di droga e di drogati. Il primo “stanato” dall’ex Udc ora Pdl è Stefano Cucchi “morto perchè drogato e anoressico”, morto perchè pesava 42 chili. Un peso “forma” che evidentemente a giudizio di Giovanardi non consentiva di reggere a qualche sballottamento che capita quando ti arrestano. Giovanardi lo dice sicuro di quel che dice. Lo dice nel giorno in cui i magistrati iscrivono nel registro degli indagati tutti, carabinieri, agenti penitenziari, medici e altri detenuti, che hanno avuto contatti con il “drogato”. Difficile che i magistrati indaghino per spaccio e consumo di stupefacenti, indagano per omicidio.

Ma Giovanardi sa quel che dice. E infatti prova a stanarne altri di “drogati”. Niente meno che i parlamentari. Ha messo a disposizione i locali del suo “dipartimento per le politiche di contrasto agli stupefacenti”. A disposizione perchè i parlamentari vadano a fare il test anti droga. Sottinteso, e neanche tanto, chi non ci va è un “drogato”. Il test lo hanno già fatto Alemanno, sindaco di Roma, la Moratti, sindaco di Milano, La Russa, ministro della Difesa, Casini, leader Udc. Fabrizio Cicchitto, anche lui come Giovanardi vicinissimo a Berlusconi, però non ci sta. Non a fare il test, ma a farsi bello con la caccia ai “drogati”. Secondo Cicchitto questa storia è figlia di “una logica pericolosa”.

Vediamo qual è, se c’è, la logica del test anti droga ai parlamentari. Dice Giovanardi e La Russa e altri che sono d’accordo con loro: i parlamentari devono garantire ai cittadini di essere “lucidi” quando fanno le leggi. E’ la logica che, spinta all’estremo, ha indotto qualcuno del Pdl a chiedere a Roma l’annullamento delle leggi firmate dall’ex governatore Marrazzo perchè questi assumeva cocaina quando andava con i trans. Una logica che si rafforza se sommata all’impopolarità della “casta”: fare l’esame anti droga ai parlamentari è molto popolare.

Logica però che dimentica come i parlamentari, come ogni altro cittadino, non siano esentati da nessuna legge rispetto ai controlli. Se vengono fermati alla guida di un’auto non c’è ad esempio nessuna legge che li esenti e lo stesso vale per situazioni consimili. Allora a che serve il test speciale per parlamentari? Serve a stilare una lista dei buoni, dei cattivi e soprattutto dei sospetti. Chi non ci va è un “drogato” da additare come tale al pubblico. Piccole e marginali questioni medico-scientifiche quali l’attendibilità del test (misurano l’assunzione di droga solo per un certo tempo e quindi andrebbero ripetuti con frequenza e fatti a sorpresa) e la genericità del test (non ci sono le stesse tracce nel caso di cocaina o cannabis) non interessano Giovanardi. Lui sa quel che dice: è la droga che ha ucciso Stefano Cucchi, rendendolo debole di mente, volontà e corpo. Ed è la droga che si infila a Montecitorio e Palazzo Madama il nemico subdolo da smascherare ed è ovviamente un test fatto e recitato in pubblico che toglierà la droga dal mondo.