Josefa Idem, chi è il ministro di Sport e Pari Opportunità / Scheda

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 17:07| Aggiornato il 21 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dalle Olimpiadi a Palazzo Chigi: Josefa Idem ha vinto un’altra sfida. Dopo il record degli otto giochi olimpici a 49 anni l’atleta nata tedesca approda al governo di Enrico Letta, esponente di quel Pd in cui lei milita da anni. Il dicastero? Naturalmente quello dello Sport e delle Pari Opportunità. E con lei il nuovo esecutivo raggiunge un altro primato: per la prima volta un campione olimpico diventa ministro.

Nel mondo altri campioni a cinque cerchi erano già arrivati tanto in alto: il mito del calcio, Pelé, in Brasile, l’astista Bubka in Ucraina, l’ostacolista francese Guy Drut ed è fresca di nomina la fiorettista venezuelana Alejandra Benitez, entrata nel governo di Maduro succeduto a Chavez.

Nata a Goch nel 1964, tedesca di nascita ma italiana per amore, la Idem nel ’90 ha sposato il suo allenatore Guglielmo Guerrini, diventando cittadina italiana due anni più tardi.

Mamma di Janek e Jonas, ha chiuso con l’attività agonistica ai Giochi di Londra, la sua ottava meraviglia, in cui per un soffio ha mancato l’ennesimo podio di una carriera che definire inimitabile è riduttivo.

Da sempre impegnata anche nel sociale, tra il 2001 e il 2007 è stata assessore allo Sport del Comune di Ravenna: poi dopo il ritiro, tra le lacrime, comincia l’altra sfida della sua vita, vince le primarie in Emilia Romagna e viene eletta in Senato nelle liste del Partito Democratico.

Emblematico il titolo della sua autobiografia ‘Controcorrente’, per gli anni passati a sfidare canali e bacini di tutto il mondo, ma anche per la sua vena critica. ”Mi tremavano le mani, sento la responsabilità e mi rimboccherò le maniche al servizio del Paese” ha detto la campionessa appena nominata.

Una pasionaria nella vita e nello sport, con quell’amore per la canoa che è andata crescendo con gli anni, al punto di non sentire l’età come un peso. Tanto da arrivare a 47 anni a disputare un’Olimpiade con avversarie nate dopo che lei gareggiava la sua prima (a Los Angeles nell’84).

E a Londra, prima di dire addio alla canoa, era arrivata con cinque medaglie olimpiche e la consapevolezza di essere comunque nella storia: con quell’orgoglio di aver attraversato i Giochi più belli insieme alle epoche, di quadriennio in quadriennio, mentre il pianeta cambiava i suoi confini. Poi la medaglia ai Giochi australiani, dopo sei ore di attesa nel bacino per il troppo vento.

Complessivamente tra olimpiadi e mondiali ha vinto 6 ori, 11 argenti e 9 bronzi, per otto volte campionessa europea, ha vinto pure due coppe del mondo. Mai lo sguardo indietro, pure a quella giovinezza che ”è una cosa che non torna” diceva prima di Londra ”ma non lo cambierei con l’esperienza e la tranquillità di oggi”.

Dopo una vita di sfide adesso arriva quella per cui servirà ancora allenarsi per vincere: ”Rimango convinta che lo sport resti un importante strumento per costruire una società migliore” ha sempre detto. Un altro primato da inseguire per l’infinita Idem.