L’affare immobiliare dell’anno 2004 Scajola comprava a 3000 euro al m2

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 1 Maggio 2010 - 16:07| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Anno 2004, il ministro Scajola cerca casa. E in estate la trova e la compra. Poco meno di duecento metri quadrati al primo piano di via del Fagutale 2 a Roma. Uno stabile dove la tipologia standard degli appartamenti è la seguente: salone triplo, tripli servizi, quattro camere, una cameretta, una cucina. Palazzina degli anni Cinquanta, telecamera nell’androne, pavimenti di marmo e ceramica. L’appartamento costa al ministro 610mila euro, pagati in gran parte con un mutuo contratto dallo stesso ministro presso il Banco di Napoli. Su questa versione dei fatti il ministro Scajola concorda, anzi è la sua versione dei fatti, quella su cui giura, quella testuale consegnata dallo stesso ministro in interviste ai maggiori quotidiani italiani la mattina del primo maggio 2010. Duecento metri quadrati, qualcosa in meno, divisi per 610mila euro fanno poco più di tremila euro a metro quadro. E’ matematica, non opinione. Via del Fagutale è centro storico di Roma, affaccia sul Colosseo. E’ geografia urbana della capitale, non illazione.

Quanto costavano gli appartamenti al centro di Roma nel 2004? Oggi, nel 2010, il valore di mercato degli appartamenti in zona è stimato dalle agenzie immobiliari in circa 15mila euro al metro quadrato. Questo dice la Borsa immobiliare stampata in ogni opuscolo di agenzia. E l’esperienza diretta di chi lì vuol comprare e vendere case dice anche qualche migliaio di euro in più a metro quadrato. E nel 2004? Chiedete ad ogni romano cosa si comprava in materia di case nel 2004 con tremila euro a metro quadrato. Con tremila a metro quadrato non si comprava nella semi periferia elegante, non si comprava a Prati e neanche a Monte Sacro. Men che mai a Parioli. E non certo al rione Monti che da via del Fagutale è diviso solo da una larga strada, via Cavour. Nel 2004 a Monti si comprava e vendeva a settemila euro a metro quadro, se la casa era da ristrutturare, e a diecimila a metro quadro se l’appartamento era “rifinito”. E Monti è, sia pur di un soffio, più lontana dal Colosseo di via del Fagutale. Tremila a metro quadro era nel 2004 la quotazione di mercato di una casa di periferia piena e pura. Dimentichiamo, diamo per non vere o comunque non provate tutte le altre “circostanze” addebitate a Scajola.

Dimentichiamo le sorelle Papa, quelle che hanno venduto a Scajola la casa, quelle che dichiarano di aver incassato un milione e settecentomila euro (guarda caso la quotazione di mercato, quasi diecimila euro a metro quadro). Dimentichiamo, diamo per non veri o non provati l’architetto- intermediario Angelo Zampolini, il presunto finanziatore Anemone, gli ottanta assegni da 12.500 l’uno che avrebbero coperto la differenza tra i 610mila pagati davanti al notaio e quanto messo in cassa dalle sorelle Papa. Diciamo che sono tutte calunnie, anzi sospettiamo con il ministro che siano tutti pezzi di una campagna “mediatica-politico-giudiziaria” che punta a bloccare l’avvio delle centrali nucleari italiane cui Scajola è preposto. Diciamo per comodità che sono tutte bugie. Resta una domanda: come ha fatto il ministro a fare l’affare immobiliare dell’anno 2004 a Roma? C’è qualcun altro che in quell’anno è riuscito a compare casa nel cuore di Roma a tremila a metro quadro? Dicono dallo staff del ministro: “Sotto la casa ci passa la metropolitana e quando passa trema tutto”. Un tremore che abbassava sul mercato il valore della casa da dieci a tre? Non devono averla pensata così gli altri che hanno comprato nello stesso palazzo: Raul Bova, Francesco Nucara, Lory Del Santo…Tutta gente che non cerca e compra case tremolanti, costretta a tale scomoda scelta dalla magrezza del proprio portafoglio.

E’ stato allora iper fortunato il ministro e abilissimo a comprare ad un terzo del valore? E’ stato un super man dell’affare immobiliare? No, secondo la sua stessa versione, secondo la sua indignata e accorata e pubblica auto difesa dalle accuse di corruzione, versione e difesa che diamo per sincere, è stato un uomo normale. Un normalissimo uomo che compra casa in Italia. Il ministro, come fanno più o meno tutti, ha pagato in chiaro un terzo di quanto la casa valeva davvero. Davanti ai notai si fa sempre così, si dichiara un valore inferiore per pagare meno tasse. Tecnicamente sarebbe evasione fiscale, ma così fan tutti…Valore catastale tre, valore reale dieci. Il “tre” si paga ufficialmente, il resto si paga ma non si dichiara. Mettiamo che il “resto” a Scajola non l’abbia dato nessuno, che l’abbia pagato con soldi suoi. Ha evaso il fisco, mentito alle tasse. E che sarà mai? Era ministro allora, ma era pur sempre e soprattutto un normale, normalissimo italiano. E’ ministro adesso e lo resterà, non “lascia e non si piega”. In altri, strani paesi uno che compra casa un terzo in chiaro e due terzi a nero non lo fanno ministro. Paesi pignoli e moralisti. In altri paesi ancora, più pragmatici e sicuramente “ipocriti”, se è diventato ministro e si scopre che ha giocato a nascondino con il fisco, allora ministro non lo fanno restare più. Da noi, paese concreto e paese del “fare”, niente di tutto questo. Da noi è tutto chiaro ed evidente: se compri e vendi casa dicendo bugie al fisco non è “sorcio in bocca”, tanto per usare la definizione del ministro, è invece per prefigurare la riforma fiscale e se qualcuno ci trova qualcosa da ridire è per mettere ostacolo alla riforma fiscale che verrà. Di nero c’è solo “l’invidia” maligna e malevola di tutti quelli che una casa a Via del Fagutale 2 se la sognano e che non sono capaci di trovarla a tremila euro a metro quadro. Gente che “odia” perché impotente a “fare l’amore” con quello che con merito, ammirazione e tenerezza dovrebbe essere raccontato e titolato solo e soltanto come “l’affare immobiliare dell’anno 2004”.