Lavoro, Galli a Monti: "Serve un passo avanti, riforma insufficiente"

Pubblicato il 15 Aprile 2012 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 15 APR – '' Il governo farebbe bene a riflettere sulle reazioni pressoche' unanimi non di questa o quella associazione d' imprese, ma della generalita' delle imprese che vedono nella riforma un passo indietro''.

Cosi' il direttore generale di Confindustria, Gianpaolo Galli, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Mario Monti, pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore, in cui scrive – tra l'altro – che ''il tabu' dell'art.18 viene scalfito, ma non e' certamente infranto''.

''L'Italia – scrive Galli – non puo' permettersi una riforma del lavoro che non sia un deciso passo avanti nella direzione della crescita e dell' occupazione. Sara' altrimenti difficile ripristinare la fiducia delle imprese e dei mercati finanziari''. Per il braccio destro di Emma Marcegaglia, ''siamo ancora in tempo per fare in Parlamento una riforma del lavoro che serva davvero alla prospettiva di crescita dell'Italia''.

''E' indubbio – scrive ancora Galli – che nel corso del confronto e' emerso che il ministro Fornero aveva in mente un disegno riformatore di portata amplissima, con cambiamenti radicali in materia di ammortizzatori sociali e di flessibilita' in entrata. E' altresi' indubbio che, a fronte di questo piu' ampio disegno, lo stesso governo aveva sentito l' esigenza di andare ben oltre le iniziali intenzioni programmatiche in materia di flessibilita' in uscita. Non per dare soddisfazione ad una parte, ma per far si' che il bilancio complessivo della riforma fosse tale da favorire l' occupazione e la competitivita' delle imprese. Il disegno del governo – ricorda Galli – era quello che fu approvato da tutte le parti sociali, salvo una, nel verbale d' intesa di Palazzo Chigi del 22 marzo. Il fatto e' che nei successivi passaggi, sino al disegno di legge sottoposto al Parlamento, sono state introdotte non una ma una decina di modifiche che portano rigidita' ulteriori e rischi a carico delle imprese''.

''Il tabu' dell'art. i8 viene scalfito, ma non e' certamente infranto – chiosa Galli – A fronte di questo, c'e' un secco ridimensionamento delle due forme flessibilita' di cui il sistema ha potuto fruire sino ad oggi. Si riduce la cosiddetta flessibilita' in entrata, attraverso l' introduzione di divieti, costi aggiuntivi e rischi legali per le imprese''.

''Presidente – conclude Galli nella lettera – si faccia Lei paladino di quel cambiamento vero in cui crede quanto noi. Lei ha un patrimonio di credibilita' personale che forse non ha precedenti. Lo usi per spiegare alle persone che la crisi purtroppo non e' finita e che una seria riforma del lavoro, per quanto a molti indigesta, e' meglio che rimanere in balia della crisi dell'euro con il rischio di avvitarci fra aggravamento della recessione e nuove tasse''