Il Lodo Alfano “retroattivo” divide i consiglieri del Csm

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano

Il Lodo Alfano retroattivo divide i consiglieri del Csm. Se i laici del Pdl ritengono che lo scudo a favore del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica anche per fatti antecedenti all’assunzione della carica non crei alcuno strappo e sia, anzi, conforme alle regole che disciplinano il processo, tra i togati c’è chi pensa invece che cosi’ si concretizzi una violazione del principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

La polemica politica sulla retroattività non è fondata per Annibale Marini, presidente emerito della Consulta e ora laico del Pdl, che spiega: ”il lodo Alfano non è una norma sostanziale, non è  un’immunità. E’ una norma che sospende il processo e tutte le norme processuali sono immediatamente applicabili: non c’è dunque nemmeno bisogno di stabilirne la retroattività”.

”Nel processo penale vige la regola ‘tempus regit actum’, cioè la norma processuale si applica al momento in cui si rende necessario – conferma Filiberto Palumbo, anche lui laico del Pdl e che da avvocato ha difeso con Nicolò Ghedini Silvio Berlusconi nell’inchiesta Rai-Agcom della procura di Trani -. Questo sta a significare che è del tutto improprio parlare di retroattività della legge processuale”.

Per Palumbo non è neppure un problema il fatto che lo scudo riguardi solo il premier e non anche i ministri: ”Il presidente del Consiglio svolge una funzione molto piu’ complessa di un ministro: se si blocca un ministro il governo va avanti lo stesso, ma se si blocca il presidente del Consiglio il governo si ferma”. Sul fronte opposto Roberto Rossi, togato del Movimento per la Giustizia: ”Non entro nel merito specifico perché non conosco il testo, ma in generale mi lascia perplesso la possibilità di un qualsiasi esonero processuale di responsabilità, e dunque qualsiasi sospensione del processo che non sia collegata alla funzione; infatti, retroagendo vengono coperti fatti eventualmente commessi nel ruolo di normale cittadino. E questo crea un’inevitabile disparita’ e quindi una violazione del principio di uguaglianza”.

”Mi stupisco dello stupore per la retroattività del Lodo perché il problema da risolvere sappiamo tutti qual è ” osserva invece un altro esponente dello stesso gruppo, Paolo Carfì,riferendosi al processo Mills. ”La retroattività è possibile stabilirla per legge; certamente credo che questo non sia frequente”. Ma sull’eventuale incostituzionalitàdel Lodo il consigliere non si sbilancia: ”è una materia delicata sotto tutti i profili”.