Mancino (Csm) critica i magistrati: “Sciopero dei giudici esagerato, c’è chi sta peggio”. Anm: “Siamo stupiti”

Pubblicato il 1 Luglio 2010 - 11:34 OLTRE 6 MESI FA

Nicola Mancino

Nicola Mancino ritiene eccessivo lo sciopero dell’1 luglio con cui l’Associazione Nazionale Magistrati ha deciso di protestare per i tagli della manovra: ”Mi auguro una ripresa della trattativa e un modo più moderato di reagire rispetto a una manovra che non riguarda solo i magistrati”.

Secondo il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura ”la cosa migliore è ripristinare le regole del dialogo a partire dal Guardasigilli”. Mancino ha affermato che ”autonomia e indipendenza della magistratura non dipendono dai livelli di remunerazione”.

Mancino ha poi aggiunto che ”lo sciopero è un diritto ma servono prudenza e accortezza. Io ho la sensazione che ci sia stata una reazione che poteva essere attenuata da un confronto, che è sempre necessario, tra la categoria dei magistrati e il Governo”. Mancino ha riconosciuto che ”i giovani magistrati sono quelli che pagano maggiormente”, ma ha fatto notare che la manovra non colpisce soltanto le toghe: ”Il ceto medio basso è colpito quasi in via prioritaria, mentre il ceto medio alto è esente dagli interventi”.

Inoltre il vicepresidente del Csm non ha apprezzato il riferimento che viene fatto dai magistrati alla loro autonomia che verrebbe lesa con un intervento sulle loro retribuzioni: ”L’accenno all’autonomia e all’indipendenza, rapportate al trattamento economico, è male usato. E’ sbagliato dire che se il livello retributivo è basso l’autonomia non c’è”.

Il presidente dell’Anm Luca Palamara aveva ricordato le motivazioni dello sciopero: ”La giornata di protesta dell’Anm contro i tagli previsti dalla manovra economica del Governo soprattutto nei confronti dei magistrati più giovani che subiranno una decurtazione dello stipendio fino al 30%”.

Palamara ha espresso stupore per le dichiarazioni di Nicola Mancino: il presidente dell’Anm ha anche espresso ”rammarico” per il fatto che il numero due del Csm ”non sia a conoscenza che da parte dell’Anm c’è sempre stata e c’è tuttora la disponibilità al dialogo”.