Meloni premier tassa così: flat tax solo su reddito aggiuntivo, contante nero metà lavato, tregua (5 anni) ma si paga

Le tasse di Meloni premier: flat tax solo su reddito aggiuntivo rispetto all'attuale, contanti incassettati per metà lavati da nero a bianco se volontariamente tirati fuori, tregua fiscale lunga (5 anni) ma le tasse non pagate non spariscono gratis.

di Lucio Fero
Pubblicato il 10 Agosto 2022 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA
Meloni premier tassa così: flat tax solo su reddito aggiuntivo, contante nero metà lavato, tregua (5 anni) ma si paga

Meloni premier tassa così: flat tax solo su reddito aggiuntivo, contante nero metà lavato, tregua (5 anni) ma si paga FOTO ANSA

Le tasse di Giorgia Meloni, Meloni che ha detto chiaro e tondo di aspettare il voto elettorale per diventare premier, Meloni che guida il partito che, in caso fosse il più votato dentro la coalizione di Destra, avrebbe l’ultima e più pesante parola all’interno del futuro governo. Meloni vittoriosa alle elezioni e premier come ci tasserebbe? Quel che qualunque governante l’Italia nel 2023 potrà fare o farà davvero nessuno può dirlo e proprio non è detto dipenda dalla voglia e fantasia di chi governerà, chiunque sia. Però Fratelli d’Italia e quindi la Meloni hanno reso pubbliche e chiare le loro intenzioni in materia di tasse. E sono ben diverse da quelle da campagna elettorale di Salvini o Berlusconi. Sono decisamente più concrete e soprattutto più realistiche.

Flat tax incrementale

Vuol dire che la tassa piatta sui redditi (15 o 23 o la percentuale che potrebbe essere fissata) non si applica sui redditi finora percepiti o realizzati. E non lo si fa per l’ottimo motivo per cui, anche se Berlusconi e Salvini raccontano la favola che così si raccolgono più tasse, a Fratelli d’Italia sanno bene che sarebbe per il fisco e la cassa pubblica un bagno di sangue. Meno 80 mld di gettito calcola la sinistra, Fratelli d’Italia ovviamente non sposa la cifra del nemico ma sa e ammette che sarebbe operazione da default o quasi per il gettito fiscale.

Però la strategia fiscale della Meloni mantiene il principio (e l’utilità) della flat tax. Flat tax peraltro in Italia già ce n’é: quella sugli affitti, quella per le partite Iva fino a 65 mila euro, le molteplici che di fatto detassano qua e là benefit aziendali. La flat tax di Meloni è un d’ora in poi: aumenti il tuo reddito rispetto a quello dell’anno precedente? Su questo aumento tassa piatta con percentuale fissa e non tassa con percentuale progressiva secondo scaglione di reddito. Non facilissimo farlo, da verificare l’effetto frusta sull’economia ma la flat tax incrementale appartiene al mondo del reale, quella di Salvini e Berlusconi molto meno, quasi niente.

Contanti, 100 mld incassettati

Si stima (chissà se per eccesso o difetto) in circa 100 miliardi la quantità di contanti e valori (soprattutto contanti) tenuti, dagli italiani che ce l’hanno, in cassette di sicurezza, casseforti private e tutte le versioni possibili del materasso e mattonella. Perché tenere del contante per così dire incassettato? Il più grande e frequente dei perché è perché questo denaro è denaro a vario e diverso titolo denaro in nero. A suo tempo sottratto, nascosto al fisco. O peggio: denaro arrivato a quei detentori per via delle tante attività illecite che caratterizzano e non solo punteggiano la vasta (e non di rado riverita e rispettata) economia sommersa e in nero della nostra comunità. Cento miliardi si stima dalle parti della Meloni e la proposta fiscale è quella di abbonare il 50% del denaro che volontariamente si fa emergere dal nascondiglio. Si paga (quanto è da vedere) su metà del contante incassettato, l’altra metà da nero diventa bianco, si lava.

Tregua, molto diversa da pace

Meloni promette tregua fiscale, non solo la parola è diversa da quella usata da Salvini, diversa è la sostanza tra la “pace fiscale” di Salvini e la tregua fiscale della Meloni. Per i cittadini contribuenti morosi con il pagamento di tasse pregresse la Meloni annuncio cinque anni di rateazioni e certamente sconti e facilitazioni nel pagare. Nel pagare appunto. La parola gratis nella proposta della Meloni non c’è, le tasse non pagate non spariscono come invece luccica nella pace fiscale modello Lega.

Le aliquote Irpef

L’Irpef made in Meloni appare invece un po’ stramba: solo tre aliquote e fin qui nel solco di molte riforme tentate. Aliquota 23 e poi 27 e poi 43 per cento del reddito come Irpef da pagare. Aliquota del 43 per cento già sopra i 50 mila euro lordi annui. In cinque anni di ipotetico governo della Destra, in cinque anni di inflazione più o meno costante anche se non ai livelli 2022, 50 mila lordi potrebbero essere il reddito in termini di potere di acquisto di chi oggi ne guadagna 40 mila. Quindi 43 per cento di Irpef per chi porta a casa duemila euro netti per 14 mensilità? Fratoianni sarebbe contento, la Meloni dovrà dire a qualcuno dei suoi di rifare i conti.