Monti al Senato, Cancellieri, Passera o Grilli premier: Pd ultima spiaggia

Pubblicato il 10 Marzo 2013 - 10:00| Aggiornato il 17 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Passo dopo passo, il centrosinistra sta tessendo la tela che dovrebbe consentirgli di governare. E’ lo stesso Bersani a provare a percorrere questa strada, con la stretta collaborazione del vice Enrico Letta e di Dario Franceschini. Il segretario del Pd tira dritto consapevole che “il paese non può restare senza guida” anche vista la situazione economica difficilissima. Secondo Bersani, “qualsiasi tentativo va perseguito fino in fondo”, cercando di convincere Grillo a partecipare a quel “governo del cambiamento” che riesca a dare un po’ di ossigeno all’Italia.

In attesa dell’incontro con i grillini che dovrebbe avvenire lunedì 11 marzo o martedì 12, nell’assemblea dei neo eletti convocata nel primo pomeriggio di lunedì al teatro Capranica, il Pd cercherà di nominare due “ambasciatori” (un deputato e un senatore) che vadano a trattare con il Movimento 5 Stelle: tra i nomi più probabili ci sono Alessandra Moretti e Miguel Gotor o Maurizio Migliavacca, il capo della segreteria di Bersani.

Se Grillo dirà no alle proposte Pd,  Bersani vorrebbe affidare a Franceschini la presidenza di Montecitorio e offrire quella del Senato a Mario Monti sbarrando così la strada ad accordi con il Pdl, anche dopo la vicenda della compravendita dei senatori emersa in queste settimane.

Se saltasse il nome di Monti, a Scelta Civica andrebbe comunque la seconda carica dello Stato. Tra gli altri nomi che circolano ci sono quelli di Mario Mauro, già vicepresidente del Parlamento europeo. Se invece Scelta Civica avesse la presidenza della Camera, la poltrona potrebbe andare a Lorenzo Dellai, già fondatore della Margherita, che conferma le “trattative” in corso con il Pd sulle cariche istituzionali. Oppure a Renato Balduzzi, forte dell’esperienza di ministro. Quanto a Linda Lanzillotta e Pietro Ichino, è più probabile che concorrano alla carica di capigruppo.

Bersani è convinto che il Pd non debba fare da “asso pigliatutto”: offrire a Monti la presidenza del Senato nasce anche dal fatto che ci sono dubbi sul suo nome al Quirinale anche perché il professore dovrebbe lasciare subito Palazzo Chigi e bisognerebbe nominare un premier ad interim.

Nel caso in cui invece si decidesse per Monti Capo dello Stato, Repubblica, in un articolo pubblicato da Giovanna Casadio domenica 10 marzo, svela i nomi per l’interim: Anna Maria Cancellieri, il ministro dell’Interno; Corrado Passera, il responsabile dello Sviluppo, o il ministro dell’Economia Vittorio Grilli. 

Lo stesso articolo di Repubblica spiega poi quali sarebbero in questo caso le strategie del Pd:

“In questo scenario, Bersani accetterebbe un incarico esplorativo. Le ipotesi si rincorrono, e descrivono scenari confusi. Una delle voci è che il presidente Napolitano possa dimettersi prima per accelerare una soluzione. A quel punto, Napolitano-senatore a vita potrebbe essere papabile per un governo breve? L’idea è accarezzata dal costituzionalista Michele Ainis, e circola anche in casa democratica tra chi dà per perduto in partenza lo sforzo bersaniano”. 

“Ma è ancora tempo di strategie di Palazzo? La cosa certa è che Bersani vuole andare fino in fondo e evoca i precedenti di governi “di minoranza”: uno ebbe la fiducia (Andreotti nel 1976), mentre quello di De Gasperi nel 1953, restò in carica un solo mese e si vide rifiutata la fiducia dal Parlamento. È convinto che i grillini non vogliano tornare al voto e che potrebbero astenersi, così facendo nascere un suo governo. La possibilità invece che i 5Stelle accettino la presidenza della Camera è molto remota. Se così fosse, a guidare l’assemblea del Senato potrebbe essere un democratico che piaccia ai grillini come Piero Grasso. Sono conti senza l’oste: ne è consapevole Bersani. I tassi dei nostri Btp hanno già “mostrato tensioni al rialzo” rispetto a gennaio: e se i tassi esplodessero?”