Elezioni. Regione Lazio studia rinvio, Sgarbi: “Se dicono di no è fascismo”

Pubblicato il 19 Marzo 2010 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA

Gli uffici della Regione Lazio stanno vagliando la richiesta di rinvio delle elezioni regionali formalizzata oggi, 19 marzo, dalla lista Rete Liberal – Sgarbi cercando di capire quale può essere la migliore applicazione possibile della legge vigente.

Non solo, ma i tecnici stanno studiando tutti i pronunciamenti e le decisioni prese negli ultimi giorni dall’ufficio elettorale, dalla Corte d’Appello, dal Tar, dal Consiglio di Stato e, non ultima, dalla Corte Costituzionale. Le ipotesi, comunque, resterebbero due: se si decidesse di applicare la legge elettorale regionale la lista Rete liberal – Sgarbi avrebbe diritto ad altri giorni di campagna elettorale, visto che la normativa ne prevede quindici.

Se si propendesse per l’applicazione del decreto legge ‘salvaliste’ la lista Rete Liberal Sgarbi rientrerebbe nei tempi perché i giorni utili di campagna elettorale sono ridotti a sei. Una volta formulata una proposta su un possibile rinvio, che non dovrebbe arrivare prima di domani, l’ipotesi sarà sottoposta al ministero degli Interni.

Dalla Regione Lazio, infatti, si fa notare che qualsiasi decisione sarà presa di concerto con il governo.

«Il Tar ci ha messo venti giorni e io pretendo che mi vengano restituiti e se non lo fanno è fascismo». Così Vittorio Sgarbi, nel corso di una conferenza stampa, ha motivato la sua richiesta, avanzata con la lista Rete Liberal, di far slittare il voto del Lazio di quindici giorni.

«Io chiedo par condicio di campagna elettorale – ha spiegato Sgarbi – voglio recuperare il periodo dal quale tacciono Santoro, Floris e Vespa, e se dicono di no siamo in un regime». Il leader di Rete Liberal ha proseguito: «Per un errore dei giudici la mia lista non era stata ammessa ed io fino all’altro ieri non potevo dire di essere candidato, il gap con gli altri candidati non sarà mai recuperabile, ma io chiedo il minimo».