Diciotti, Salvini non va a processo: giunta del Senato respinge l’autorizzazione al Tribunale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2019 - 16:46 OLTRE 6 MESI FA
Salvini, no processo per Diciotti: giunta Senato respinge autorizzazione

Diciotti, Salvini non va a processo: giunta del Senato respinge l’autorizzazione

ROMA – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non sarà processato a Catania per la vicenda della nave Diciotti. La Giunta per le immunità del Senato ha detto no alla richiesta del tribunale di Catania per processare il ministro con l’accusa di “sequestro di persona aggravato”.

Un’accusa che si riferisce al caso della Diciotti, quando Salvini chiuse il porto per 5 giorni a 177 migranti. I voti a favore della proposta del presidente della Giunta Maurizio Gasparri di dire no all’autorizzazione sono stati 16, 6 i contrari. Salvini ha ringraziato la sua “squadra” di governo: “Siamo una squadra. Al governo c’è una squadra, non ci sono dei singoli, quindi ringrazio per la fiducia alla squadra”.

I senatori M5s della Giunta hanno votato contro il processo, mentre quelli del Pd hanno protestato con cartelli fuori dall’Aula. No al processo anche da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Autonomie. A favore del processo invece hanno votato Pd, Pietro Grasso di Leu e Gregorio De Falco del gruppo Misto. Il dossier ora sarà passato all’Aula di Palazzo Madama che entro il 24 marzo dovrà ratificare o contraddire la proposta della Giunta.

Subito dopo il voto, gli esponenti del Pd hanno cominciato a protestare fuori dalla Giunta con dei cartelli con su scritto “la chiamavano onestà” e “decide Casaleggio”. Ad un certo punto hanno visto uscire il grillino Michele Giarrusso ed hanno cominciato ad urlargli frasi tipo “burattino”. Il senatore pentastellato ha replicato loro facendo prima il segno delle manette. Poi ha dichiarato: “Loro sono agli arresti domiciliari, noi governiamo. Pazienza”. Il reiferimento è ai genitori di Matteo Renzi finiti proprio in queste ore agli arresti domiciliari. 

Giarrusso ha continuato a parlare con i giornalisti negando che questo voto sia la fine dei grillini: “Non è la fine di M5s ma pensiamo che sia la fine dei giornalisti pagati con i soldi pubblici”. In una precedente dichiarazione aveva spiegato che “non c’è nessuna spaccatura, c’è stato un voto democratico, i voti bulgari appartengono a un’altra epoca, a un altro sistema, a un altro regime. C’è stato un approfondito e acceso dibattito, viva la democrazia”. 

Salvini ha commentato: “Per me prima viene la difesa dei confini e la sicurezza della mia gente quindi lavoravo tranquillo ieri e lavoro tranquillo oggi. I senatori hanno fatto e faranno le loro scelte. Avrei accettato qualunque risposta, consapevole del fatto che quello che sto e stiamo facendo lo facciamo per il bene del nostro Paese. Quindi ero e sono pronto a qualsiasi tipo di giudizio”.

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Foto Ansa, video Agenzia Vista di Alexander Jakhnagiev.