Lo scambio Berlusconi-Bossi. Posti al governo, in Rai e nelle aziende

di Lucio Fero
Pubblicato il 29 Aprile 2011 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quattro o cinque tra nuovi vice ministri e sottosegretari, la metà del premio e dei posti al governo già promessi da Berlusconi ai “Responsabili”. Un “pacchetto” di posti e di incarichi anche in Rai, dove l’uscita di scena di Masi dovrebbe appunto avere l’effetto di far saltare il “tappo” alle nomine. Presidenti e amministratori delegati delle aziende municipalizzate a Milano e il posto di vice sindaco assegnato a Matteo Salvini e non a De Corato, sempre che la Moratti venga riconfermata sindaco dagli elettori. E non sono che i primi capitoli della “lista”, buttata giù di getto e anche un po’ di rabbia. La lista dei “doni” che Berlusconi dovrà fare alla Lega dopo averla “offesa” con la scelta di usare le armi italiane in Libia. Lista che aspetta di essere rinforzata e completata per dare soddisfazione al Bossi furente e alla Lega inquieta.

Cose concrete e tangibili, posti di governo e di potere. Ma anche parole, parole da scrivere in qualche atto parlamentare da votare. Parole che dicano che l’Italia e il suo governo mai e poi mai andranno più in là di qualche bombardamento sporadico e fatto malvolentieri. Parole con le quali il premier dovrà in qualche modo “scusarsi” con la Lega, parole da spendere in campagna elettorale.

Dunque si profila, si prepara, si allestisce lo scambio: un paio di vice ministri, altrettanti o più sottosegretari, qualche vice direzione in Rai, il controllo di aziende pubbliche nel Nord in cambio, a sanare lo “sgarbo” fatto da Berlusconi alla Lega che, come ha detto Maroni, “non sta lì a pigiare i pulsantini”. E il diritto a mugugnare in pubblico contro i 700 milioni di euro che costerebbe la missione militare in Libia, l’ufficializzazione dell’equazione, per ora non confermata dai fatti, per cui ad ogni bomba o missile corrisponde un barcone di immigrati.

Lo scambio, la compensazione. Perché Bossi ha spiegato che “non vuole far cadere il governo” ma vuole passare all’incasso. Così Berlusconi impara a far da solo e la Lega non gode ma si contenta. Insolito e assai singolare “mercato” quello in cui si scambiano posti di governo e sotto governo con scelte di politica estera. Ma Berlusconi non può “cadere” e la Lega non vuol farlo “cadere”. Quindi Berlusconi rimane ma paga pegno: questo lo scambio, anzi l’incesto tra politica internazionale e politica interna italian style.

Peggio per i “Responsabili” che, più volte invitati a pranzo e mai fatti sedere al tavolo, verranno messi a dieta. Francesco Pionati ha fiutato l’esclusione e si indigna per la possibile promozione della Melchiorre, “una che il 14 dicembre dell’anno scorso tentò il regidio contro Berlusconi”. Maria Grazia Siliquini rischia e così Massimo Calearo. Sgarbi scalpita, vuole andare a controllare Galan ai Beni Culturali come sottosegretario. Sono tutti nervosi e non è detto che saranno ministri o almeno mezzi ministri.

Responsabili sull’orlo di una crisi di nervi, paese invece tranquillo. Non è forse normale che, se di dà qualcosa ad Obama, qualcosa a Sarkozy, poi si deve dare qualcosa a Bossi togliendolo caso mai a Sardelli? Non è forse normale, pragmatico e utile alla “stabilità” una sana, meditata ed equilibrata lottizzazione generale di tutti i “terreni”? Bombe, missili, alleanze internazionali, posti al governo, in Rai o alle municipalizzate di Milano: son tutte “figurine”, si faccia a scambio. E nessuno muova la sciocca e moralistica obiezione che gli “album” sarebbero diversi e che solo un collezionista nevrotico mescolerebbe le “figurine”.