Gheddafi da Roma si rivolge ai manager libici: “Investite in Italia”

Pubblicato il 31 Agosto 2010 - 01:34 OLTRE 6 MESI FA

Muhammar Gheddafi

Un nuovo flusso di investimenti libici potrebbe presto arrivare in Italia a rafforzare la crescente presenza nelle nostre banche, società e industrie in combinazione con la corsa delle imprese italiane a realizzare le infrastrutture del Paese nordafricano.

Il leader Muammar Gheddafi, alla cerimonia per il Trattato italo-libico, dove era presente una nutrita schiera di personalità dell’economia e della finanza italiana, ha incoraggiato i libici con risorse finanziarie ”a venire in Italia per investire in Italia”.

Il Colonnello ha chiesto anche scambi di conoscenza e tecnologie, ma sono le parole sugli investimenti, poche ma precise in un discorso fiume di 40 minuti ricco di citazioni storiche e incentrato sulle colpe del colonialismo e le nuove sfide dell’emigrazione, a creare più interesse fra la comunità finanziaria.

Diversi esponenti del mondo dell’economia e manager, prima di recarsi alla cena ufficiale (slittata a oltre la mezzanotte) hanno sottolineato ”l’affidabilità oramai assodata” dei libici come partner e un ambiente molto migliorato per realizzare gli affari.

Nella tribuna d’onore a pochi passi dal premier Silvio Berlusconi e dal leader libico, ad assistere al carosello dei Carabinieri e alle evoluzioni dei cavalieri arabi, si sono notate le presenze dell’ad di Unicredit Alessandro Profumo (dove i libici sono oramai il primo socio con il 7% del capitale) accanto a Jonella Ligresti, al presidente Telecom Gabriele Galateri, ai vertici Enel Piero Gnudi e Fulvio Conti il quale ha spiegato che il gruppo ”ha interessi potenziali in Libia” anche se al momento non c’eè nulla.

Presente anche Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo che realizzerà insieme ad altre 20 imprese italiane (fra cui Todini, Salini, Condotte e Cmc) l’autostrada finanziata dall’Italia a risarcimento dei danni del’epoca coloniale, e il numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Giarguaglini, anch’essa impegnata nel paese insieme a Zarubezhstroytechnology, società controllata dalle Ferrovie Russe Jsc Rzd, un contratto da 247 milioni di euro per realizzare sistemi di segnalamento, alimentazione e comunicazione sulla tratta da Sirte a Bengasi.

Con Finmeccanica inoltre i libici hanno siglato una nuova joint venture (dopo la Liatec, Libyan Italian Advanced Tecnology Company, costituita nel 2006 per realizzare elicotteri). Non c’era alla cerimonia invece l’ad di Eni Paolo Scaroni ma il suo numero due Claudio Descalzi. Il rapporto fra il gruppo e il Paese è più che consolidato e di recente il colosso italiano ha annunciato investimenti sul posto per 25 miliardi di euro.