Valentini: gli occhi e le orecchie di Berlusconi a Mosca

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA

Valentino Valentini

Valentino Valentini: sarebbe lui il “misterioso mediatore” tra Berlusconi e la Russia. Bolognese, classe 1962, il deputato del Popolo della Libertà ha alle spalle un passato da interprete al parlamento europeo, e deve gran parte del suo successo proprio alla buona conoscenza delle lingue. Tra cui il russo.

Fa la spola tra la Russia e l’Italia, e, secondo i file di Wikileaks, “non è chiaro cosa faccia a Mosca durante le sue frequenti visite, ma si dice che curi gli interessi commerciali di Berlusconi nel Paese”.

“Quello che è più chiaro, scrive oggi il Fatto Quotidiano, è che è considerato una specie di ministro degli Esteri ombra, qualifica che stava per essere formalizzata dopo le elezioni del 2008 quando Valentini era pronto a diventare sottosegretario alla Farnesina con delega all’Europa. Poi la cosa è saltata, perché il ministero avrebbe percepito la nomina di Valentini come un commissariamento di fatto da parte di Palazzo Chigi”.

Valentini ha così conservato uno “status informale di consigliere della Presidenza del Consiglio che gli permetteva di avere maggiore autonomia di gestione”.

A spiegare il suo lavoro, ricorda sempre il Fatto, c’ha pensato lui stesso nel 2005, in una lettera all’Espresso: “Si tratta di un’opera di ‘moral suasion’ ad adiuvandum dell’eccellente lavoro della nostra ambasciata”.

In quell’anno Valentini era “Tutor delle imprese italiane in Russia”, cioè “guidava le aziende nell’esplorazione economica dell’economia russa post-crisi, proprio quando venivano lanciate le Zes (Zone economiche speciali) con agevolazioni per gli investitori stranieri”.

Il fatto è che nessuno sa esattamente che cosa faccia poi Valentini, o chi incontri. Oggi Valentini minimizza il proprio ruolo “ma non troppo”, sottolinea il Fatto. “Al di là di alcuni titoli maliziosi, avrebbe detto, basta leggere per intero i rapporti filtrati da Wikileaks per capire di che cosa si tratti: chiacchiere di corridoio della politica e della diplomazia”.

E subito precisa però che lui è davvero uno con un certo peso specifico: “Sui rapporti tra Italia e Russia non c’è nulla di misterioso, come ho avuto modo più volte di argomentare direttamente all’ambasciatore Spogli nel corso di numerose colazioni nella sua residenza di Villa Taverna”.

[gmap]