
L'EDICOLA, Il Corriere: "Trump, attacco a Zelensky". La Stampa: "Ucraina, Trump parla come Putin". Il Fatto: "Visibilia pagava gli abusi nella villa di Santanchè" - Blitz Quotidiano
La principale notizia di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito un errore l’attacco russo di domenica sulla città di Sumy, accusando il suo predecessore Biden, il presidente ucraino Zelensky e quello russo Putin di essere i responsabili della guerra. “Ucraina, Trump parla come Putin”, titola La Stampa. “Trump, attacco a Zelensky”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Visibilia pagava gli abusi nella villa di Santanchè”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Trump, attacco a Zelensky” (Il Corriere della Sera).
“Un’Europa che resti coerente”. L’editoriale di Paolo Mieli: “Domenica è toccata a Sumy. Ieri a Kharkiv. «Errori, colpa di Biden», garantisce Donald Trump. Fin qui, secondo i più sensibili all’ispirazione della mitezza, la resistenza dei militari di Volodymyr Zelensky all’«operazione militare speciale» iniziata il 24 febbraio del 2022 era stata una «guerra per procura». Adesso che il «procuratore americano» ha scelto di mettere le proprie tende nel campo avverso, non resta che riscrivere interi libri sostituendo il nome del presidente degli Stati Uniti d’America con quello di Ursula von der Leyen (come peraltro già avviene nelle manifestazioni «pacifiste»)”.
L’intervista al ministro della Cultura Alessandro Giuli: “Se fossi all’opposizione del governo Meloni, invece di sbraitare penserei che l’attuale classe dirigente americana è l’unica che abbiamo a disposizione. E, di conseguenza, l’unica con cui siamo obbligati a trattare. Il tycoon Elon Musk mi affascina perché rappresenta l’elemento caratteristico, ma ancora contemporaneo, della vecchia America: quel mix di gigantismo e infantilismo con cui una volta gli americani conquistavano il West e adesso puntano allo spazio”.
“Dazi, l’offerta a Trump dell’Europa” (La Repubblica).
“Ucraina, Trump parla come Putin” (La Stampa).
L’intervista al senatore del Partito democratico Pier Ferdinando Casini: “Con il passare dei giorni il viaggio della premier assume contorni diversi. Finché è stata in piedi l’ipotesi di pesanti dazi verso l’Europa, l’obiettivo era chiaro. Ora la missione è diventata più semplice, ma i margini per ottenere qualcosa che non sia puro folclore sono pochi. Meloni fa benissimo ad andare a Washington, e ad incontrare J.D. Vance il giorno dopo a Roma. L’importante è che porti un mattone alla causa europea. Ha buoni rapporti con Trump, li
metta a disposizione dell’Unione. Il presidente americano Donald Trump ha abbassato i toni solo perché si è reso conto di aver preso sulla testa un enorme boomerang. In giro per il mondo sta circolando un campionario imbarazzante di inviati speciali”.
L’intervista al deputato e co-leader di Avs Angelo Bonelli: “Il governo si sta preparando a fare tre regali alla lobby delle armi, a Donald Trump e a chi vuole distruggere le regole europee. Visti gli investimenti già programmati, dire che non possiamo difendere il Paese suona come un allarme non giustificato dai numeri. Questo 2% adesso è una base partenza e non di arrivo. Anche questa è una logica erronea, utile solo a dare una mano all’industria bellica. Vuol dire che siamo già in un’ottica di riarmo”.
“Ucraina, Trump: colpa di tutti” (Il Messaggero).
“Il 25 aprile e il senso di patria da ritrovare”. L’editoriale di Mario Ajello: “È in arrivo l’ottantesimo anniversario del 25 aprile del 1945 e questa ricorrenza oggi contiene insieme una sua debolezza e una sua forza. La debolezza è che ormai in pochi sono interessati a conoscere quella vecchia storia della Liberazione. Sembra archeologia per le giovani generazioni. E per la maggior parte degli italiani, il ricordo si va sbiadendo. Basta fare un giro sui social o davanti alle scuole, per rendersi conto che la Resistenza è sconosciuta e che la Liberazione non è più – e forse lo è sempre stato meno di quanto si sia voluto far credere a livello politico e nel circuito mediatico-culturale – un evento che fa palpitare e riflettere”.
“Caos dazi, ecco i titoli per difendersi. Goldman: oro verso quota 4 mila dollari” (Il sole 24 Ore).
“Svola europea sui rimpatri” (Il Giornale).
“Visibilia pagava gli abusi nella villa di Santanchè” (Il Fatto Quotidiano).
“La strage al balzo”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Ci sono due modi di reagire al criminale bombardamento russo a Sumy con 34 ucraini morti, di cui 2 bambini. Il primo è condannarlo, come si devono (anzi si dovrebbero) condannare tutti i bombardamenti di ogni guerra, inquadrandoli nell’essenza stessa della guerra; e aumentare gli sforzi per favorire i negoziati…”.
“La Ue dirotta sul Corano i fondi per la tecnologia” (La Verità).
“Trump accusa tutti” (Libero).
“Ma siamo sicuri che sia sempre colpa di Donald?”. L’editoriale di Mario Sechi: “La guerra in Ucraina partì nel 2007 con il conflitto in Donbass; la grande crisi del sistema del commercio mondiale è in fieri dagli anni ’70, quando gli Stati Uniti andarono in rosso fisso sulla loro bilancia commerciale, che ha subìto colpi micidiali fino ad arrivare al crac del 2007-2008, seguito da una grande recessione, senza che nessuno abbia mai riparato il corto circuito; l’ascesa della Cina e la fine di qualsiasi illusione sul suo ingresso nell’ordine liberale è chiara da quando Deng morì nel 1997, i suoi successori non furono grandi figure, fino a quando non arrivò Xi Jinping, presidente che non ha scadenza”.
“Dopo la strage Trump attacca tutti: Quella Ucraina non è la mia guerra” (Domani).