
E i primi cacciatori-raccoglitori presero il largo, direzione Malta. 8500 anni fa la prima avventura via mare (foto Ansa-Blitzquotidiano)
“Homme libre, toujours tu chériras la mer! /La mer est ton miroir; tu contemples ton âme”. Da secoli infiniti, cantava Baudelaire, l’uomo libero ama il mare, specchio dell’anima sua e profondità di abisso in cui si riconosce.
8500 anni fa la prima avventura via mare
Ma quei secoli infiniti non scorrono da sempre: quand’è che il primo uomo, antenato di Ulisse, ha stacccato la sua ombra da terra, quand’è che ha cominciato a sfidare i flutti, a sondare le correnti, a mettersi in viaggio per mare?
L’ultima ricognizione scientifica retrocede il momento fatale a 8.500 anni fa. Quando ebbe luogo, con più giusta approssimazione temporale, la prima grande avventura via mare dei cacciatori-raccoglitori del Mediterraneo.

Che attraversarono almeno 100 chilometri di acqua, probabilmente su semplici canoe scavate nel legno, e raggiunsero l’isola di Malta 1.000 anni prima dell’arrivo dei primi agricoltori.
Primo approdo a Latnija, a nord di Malta
La prova arriva dal sito archeologico di Latnija, nella parte settentrionale dell’isola dove i ricercatori guidati dall’Istituto Max Planck di Geoantropologia (Mpi-Gea) di Jena, in Germania, hanno trovato tracce di utensili in pietra, focolari e resti di cibo cotto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, suggerisce che è necessario rivalutare le capacità marinare degli ultimi cacciatori-raccoglitori d’Europa e rivedere le possibili connessioni instaurate tra i vari gruppi.
“Affidandosi alle correnti superficiali del mare e ai venti dominanti, nonché all’uso di punti di riferimento come le stelle per orientarsi, è probabile una velocità di circa 4 chilometri all’ora”, dice Nicholas Vella dell’Università di Malta, tra gli autori dello studio guidato da Eleanor Scerri di Mpi-Gea e Università di Malta.
“Anche nel giorno più lungo dell’anno, ciò avrebbe implicato molte ore di navigazione al buio in mare aperto”. Tra i resti animali rinvenuti nel sito di Latnija, i ricercatori hanno trovato abbondanti prove di molti animali selvatici come il cervo rosso, che si pensava fosse già estinto a quel tempo.
Le tracce di cernie, granchi e ricci di mare, tutti cotti
“Cacciavano e cucinavano questi cervi insieme a tartarughe e uccelli – commenta Scerri – inclusi alcuni di dimensioni enormi e oggi estinti”. Oltre a questi animali, sono state ritrovate anche moltissime risorse marine: foche, vari pesci come le cernie, granchi e ricci di mare, tutti cotti.
“L’inserimento di una vasta gamma di animali terrestri e marini nella dieta – aggiunge Mathew Stewart della Griffith University australiana, co-autore della ricerca – ha probabilmente permesso a questi cacciatori-raccoglitori di sostentarsi su un’isola piccola come Malta”.