Usa. Allarme batterio ”incubo” resistente agli antibiotici

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 18:57 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Lo hanno gia’ ribattezzato ”incubo”, perche’ e’ diventato resistente anche agli antibiotici piu’ forti esistenti: si tratta di un batterio, l’Enterobacteriaceae, resistente ai carbapenemi (cre), che ha colpito i pazienti nel 4% di tutti di ospedali Usa, e nel 18% degli ospedali specializzati. A lanciare l’allarme sono i Centers For Disease Control and Prevention (Cdc).

”I nostri antibiotici piu’ forti non funzionano e i pazienti sono lasciati con infezioni potenzialmente intrattabili”, spiega Tom Frieden, direttore del Cdc. Negli anni passati sempre piu’ pazienti ricoverati sono stati contagiati in modo incurabile dal batterio, che puo’ uccidere fino a meta’ dei pazienti che prendono l’infezione nel flusso sanguigno. Il batterio appartiene alla famiglia degli Enterobacteriaceae, che include piu’ di 70 specie che normalmente vivono nell’acqua, nel suolo e nel sistema digestivo umano, come il ben noto E. coli.

Negli anni alcuni Enterobacteriaceae sono diventati resistenti a tutti o quasi gli antibiotici, inclusi quelli di ultima risorsa, come i carbapenemi. Negli ultimi dieci anni, la percentuale di Enterobacteriaceae resistenti a questi antibiotici e’ aumentata del 400%. Un tipo di cre, una forma di Klebsiella pneumoniae, di ben 7 volte. Quasi tutte le infezioni da cre si verificano in pazienti ricoverati in ospedale per patologie gravi, che spesso hanno cateteri o ventilatori e percio’ ricevono gli antibiotici per ridurre il rischio di infezioni.

Ma quando l’antibiotico spazzia via i batteri recettivi, il campo e’ libero per i cre che possono proliferare. Il mese scorso il Cdc ha rilevato delle forme insolite di cre, il New Delhi Metallo-lactamase e Verona Integron-mediated Metallo-lactamase, che stanno diventando piu’ frequenti negli Usa. Dei 37 nuovi ceppi identificati, gli ultimi 15 sono stati rilevati da luglio. I germi si diffondono da persona a persona, spesso dalle mani di medici e infermieri, che possono passare la loro resistenza agli antibiotici, ad altri tipi di germi, creando infezioni potenzialmente letali.