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Anni di terrore e sofferenza, di isolamento e distanziamento, la pandemia da Covid ha lasciato segni indelebili nella vita di tutti.
Nonostante siano passati anni ormai dal pieno della pandemia, il virus Covid continua a far parlare di sé, continua a fare paura. Anche se si sente sempre più raramente di casi mortali, le infezioni continuano incessanti, a causa anche di nuove varianti più forti del virus.
Si torna a tremare per colpa di un nuovo ceppo evolutivo del virus, che sembra minacciare nuovamente la popolazione mondiale. Sono già partite le ricerche e le statistiche di infezione sono più allarmanti che mai e molti già si preparano a un scontro con la malattia.
La nuova terrificante variante
Il virus Sars-CoV-2 continua la sua corsa evolutiva e ha prodotto una nuova variante destinata a far parlare di sé, si chiama ora LP.8.1. Identificata per la prima volta nel luglio 2024, questa nuova versione del Covid ha rapidamente conquistato terreno, diventando oggi la più diffusa al mondo.

In Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito è già scattato l’allarme e LP8.1 rappresenta già il 50% dei casi totali. Nonostante questa variante appartenga alla famiglia Omicron, il ceppo incluso nei vaccini stagionali, le sostanziali differenze con l’originale spaventano i ricercatori di tutto il mondo.
Secondo uno studio pubblicato su Lancet Infectious Disease, presenta ben nove mutazioni aggiuntive nella proteina Spike, che cambiano drasticamente la morfologia del nuovo virus. Ciò conferisce a questa nuova variante una capacità più elevata di sfuggire alla risposta immunitaria data dai vaccini, anche se fortunatamente con una minore infettività.
Sul fronte dei sintomi, inoltre, non sembrano esserci grosse sorprese, LP.8.1 si manifesta in modo simile a una intenda influenza stagionale, con i classici sintomi. Febbre alta, mal di gola, tosse secca, stanchezza e dolori muscolari, ma anche mal di testa, congestione nasale, naso che cola, nonché alterazioni di gusto e olfatto.
Alcuni pazienti segnalano anche altri sintomi, come diarrea o perdita dell’appetito, già osservati in passato anche con altre varianti, ma ora meno presenti. Come sempre, i soggetti fragili o con sistema immunitario compromesso restano i più esposti a complicazioni, come polmoniti o difficoltà respiratorie gravi.
A fronte della rapida diffusione della nuova variante, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha già preso posizione una posizione chiara. In vista della campagna vaccinale 2025/2026, ha raccomandato di aggiornare i vaccini e la proposta è stata condivisa con l’Oms e altri partner scientifici.