Nazionale, Prandelli: “Per il bel gioco ci vuole tempo”

Pubblicato il 3 Novembre 2010 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA

Cesare Prandelli

“In questo preciso momento contano i risultati. Intendo raggiungerli attraverso il bel gioco ma sono consapevole di non poterlo fare immediatamente”.

Cesare Prandelli, intervistato dall’Uomo Vogue, parla della sua nazionale.

“Cerco di applicare il metodo della meritocrazia: convoco chi è più in forma e sta facendo meglio con le proprie squadre, penso sia un dovere”.

Da uomo impegnato ad avvicinare il mondo del calcio alle famiglie e tra i più autorevoli sostenitori del progetto “Viola Fair”, non poteva restare indifferente ai tristi episodi che hanno preceduto l’inizio di Italia Serbia: “Ciò che è successo mi ha veramente riempito di amarezza. Io sono sempre stato il promotore di un calcio che definirei “familiare” e anche in quella circostanza lo stadio era pieno di bambini, arrivati con i propri genitori per godere di un evento calcistico. Ho provato grande impotenza osservando quegli istanti così tristi per tutto il mondo del pallone”.

Ma l’ex calciatore di Cremonese, Atalanta e Juventus è anche appassionato d’arte e colleziona pitture e sculture contemporanee. “Da bambino frequentavo molto spesso lo studio di uno zio pittore: ancora oggi se chiudo gli occhi riesco a ricordare gli odori dei colori e dei solventi che utilizzava per dipingere”.

Una passione non slegata dalla scelta di continuare ad abitare a Firenze: “Vivere in riva all’Arno per un appassionato d’arte è come per un ghiotto essere in una pasticceria”.