Giochi on-line / Il governo di Pechino dichiara guerra ai soldi virtuali e pensa a misure restrittive. Il mercato cinese del virtuale è uno dei più grandi al mondo, dei ragazzi vengono anche pagati per giocare tutto il giorno e fare punti

Pubblicato il 1 Luglio 2009 - 01:35 OLTRE 6 MESI FA

La Cina fa guerra ai soldi virtuali che si usano per i giochi on line e ne limita l’uso. Il motivo è il timore, forte nelle istituzioni, che possa essere nato una sorta di mercato nero e di economia parallela nei meandri della comunità dei giochi virtuali.

Tanto è vero che le nuove restrizioni nell’utilizzo dei soldi virtuali arrivano a seguito di un lavoro comune svolto dal Ministro del Commercio e da quello della Cultura.  Pechino vuole vietare la possibilità di convertire i soldi virtuali “reali” o comunque che essi siano usati per comprare beni materiali.

In questo modo si spera di poter preservare lo stesso mercato Cinese da un fenomeno in continua crescita e che potrebbe creare un’alternativa, anche molto conveniente, all’utilizzo della normale moneta cinese. Con un impatto devastante sulla finanza di Pechino.

Una paura anche giustificata visto che la Cina ha uno dei più grandi mercati al mondo del gioco on line, con decine di milioni di giocatori. Basti pensare che lo scorso anno il commercio in valute virtuali in Cina è stato di circa 2 billioni di dollari.

Quello del gioco d’azzardo virtuale è diventata una vera e propria mania per la Cina che è divantata una “fabbrica dell’oro”, come la chiamano, dove giovani cinesi vengono ingaggiati per giocare on line giornate intere a giochi popolari come Blizzard Entertainment’s World of Warcraft, e vincere punti per altri giocatori di altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti.

In Cina sono nati anche dei negozi con stanze piene zeppe di ragazzi che giocano a tutte le ore del giorno e della notte vincendo punti, armi virtuali e tutte altre cose che poi vengono rivendute a giocatori che sono magari dall’altra parte dell’oceano.