Verona e le “selci blu”: reperti storici lasciati a far muffa. I rischi del federalismo demaniale

Pubblicato il 6 Luglio 2010 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA

Il museo di storia naturale di Verona

Dopo le mozzarelle blu è la volta delle selci blu. Selci, ovvero reperti preistorici, diventati blu, per un processo simile a quello capitato alle mozzarelle. Conservati in acqua contenente un batterio, nel caso dei formaggi, esposte all’aria carica di umidità e di altrettanti batteri, nel caso dei reperti del museo civico di Storia naturale di Verona.

Selci che si sono coperte di uno strato di muffa blu, a causa dell’incuria umana che le ha ammassate presso l’Arsenale militare. Perchè? Perchè il Comune non ha soldi e in attesa di dare una nuova sede al museo (che nel frattempo è stato pesantemente ridimensionato) ha lasciato buona parte di quel patrimonio letteralmente a far la muffa. Nell’attesa ha anche trovato il modo di farli, quei soldi: vendendo a mano a mano parte del suo patrimonio, prevalentemente palazzi storici. Effetti del federalismo demaniale: il Comune non ha i soldi per appianare i debiti e mandare avanti nuovi progetti (come la riqualificazione dell’Arsenale per dare spazio al nuovo museo) e quindi vende parte del suo patrimonio.

La storia di Verona dimostra che se i Comuni hanno l’acqua alla gola il primo a rimetterci sarà il patrimonio e, con il federalismo demaniale, le amministrazioni ne potranno disporre con una notevole nonchalance. Ville, musei e palazzi storici in cambio di rotatorie e strade asfaltate.