Anonymous attacca Corte dei conti e altri: siti web istituzioni fuori uso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2013 - 21:03 OLTRE 6 MESI FA
Anonymous attacca Corte dei conti e altri: siti web istituzioni fuori uso

Anonymous attacca Corte dei conti e altri: siti web istituzioni fuori uso

ROMA – Il gruppo di hacker Anonymous ha attaccato e oscurato il sito della Corte dei Conti, del Ministero delle Infrastrutture e della Cassa Depositi e Prestiti, che anche nella sera del 19 ottobre risultano inaccessibili. In occasione della “sollevazione generale” del corteo degli antagonisti a Roma gli hacker hanno rivendicato l’oscuramento dei siti “con forza il diritto all’esistenza per ogni essere umano”, si legge sul blog del movimento che definisce “inalienabile” il diritto all’abitare.

Nella nota di rivendicazione dell’attacco da parte di Anonymous si legge:

“A quali poteri e a quali potenti risulta utile il tipo d’essere umano immiserito e spaventato di questa crisi? Una persona priva di abitazione, condannata ad un sentimento di impotenza e di inutilità è sicuramente più pronta a vendere la sua opera di lavoratore o lavoratrice ad un prezzo infimo. Questa è la politica economica dello Stato italiano da quasi 30 anni: tagli alla spesa pubblica e sfruttamento del lavoro semischiavile dei profughi senza diritti per aumentare l’insicurezza sociale e ribassare il costo del lavoro di tutti i cittadini e gli stranieri. A chi giova tutto ciò se non ad un’imprenditoria vorace ed incapace di innovare ma capacissima di accumulare fortune estere con l’evasione?”.

In tempo di crisi economica

“molte sono le industrie e le attività di ogni genere che falliscono e quindi moltissimi sono coloro che si trovano senza un lavoro, senza alcun reddito e conseguentemente saranno disposti ad accettare un impiego per qualsiasi cifra e ad ogni condizione. Questo è immondo ed intollerabile. Nessuno può pretendere che un essere umano muoia di freddo e stenti accettando la sua sorte. Esigiamo che l’occupazione di immobili sfitti per più di 6 mesi sia legalizzata”.