Appalti con trattativa privata: per i Comuni uno spreco da quasi 2 miliardi

Pubblicato il 17 Dicembre 2010 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

Con una lettera inviata ai sindaci l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici avverte gli amministratori locali: la prassi di assegnare gli appalti con trattativa privata, anziché con concorso pubblico, è un po’ troppo diffusa. La trattativa privata costa molto di più e ogni anno i sindaci sprecano circa 2 miliardi di euro. Davvero troppo. La lettera è arrivata ai sindaci di Roma e Milano, ma anche Firenze, Bari, Torino, Bologna e Napoli.

L’Authority segnala che questa procedura costa mediamente l’8% in più alle casse comunali, già duramente provate dai tagli dell’Ici e dai tagli dei trasferimenti statali. Uno spreco quantificato in un miliardo e 748 milioni di euro. Il perché questa procedura venga preferita lo dice direttamente l’Authority: il sospetto è che con questo metodo sia più facile nascondere scambi di favori.

Secondo un documento riservato del garante degli appalti, al vertice della classifica dei Comuni che ricorrono più spesso alla procedura negoziata per lavori, servizi e forniture c’è a sorpresa Milano (63 %), seguita da Bologna (61%), e Roma (53%). Molto più in basso nella classifica ci sono Napoli (33%) e Torino (22,3%).

Per fare un esempio, a Milano il sindaco Moratti ha assegnato con procedura diretta una polizza “per i danni verso terzi” da 26 milioni di euro alla Milano Assicurazioni di Salvatore Ligresti. Altro affido diretto, è quello per la manutenzione degli edifici scolastici: 10 milioni e 367 mila euro alla società consortile F205 dei costruttori Corrado Ravelli, Sergio Grando e Giovanni Fenini.

A Roma, dove l’amministrazione è stata colpita in questi giorni dallo scandalo sulle assunzioni all’Atac e all’Ama, il Comune spende per lavori a trattativa privata 249 milioni. Un spreco di 34 milioni di euro. Il garante ha dato al sindaco Alemanno 30 giorni di tempo per giustificare il ricorso a quelle “procedure che non sono corrette in quanto in contrasto con i principi di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza”.