Calabria, un boss pentito e la ‘ndrangheta lancia la guerra contro lo Stato

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA

Un pentito a Reggio Calabria non si sentiva da 15 anni. E ora che il l’ex boss ha iniziato a collaborare con la giustizia la ‘ndrangheta è pronta a scatenare la sua guerra contro lo Stato.

Più di mille uomini arrestati negli ultimi 24 mesi, la scoperta di una cupola composta da una gerarchia piramidale (come Cosa Nostra) e infine il pentito Roberto Moio, che qualche giorno fa è diventato collaboratore di giustizia. Quest’ultimo dettaglio, come ricostruisce Attilio Bolzoni su Repubblica, avrebbe fatto “alzare la testa” alla ‘ndrangheta, che ha manifestato le sue intenzioni con un avvertimento: il bazooka fatto trovare davanti alla procura reggina.

I boss di Reggio, Gioia Tauro e Siderno sarebbero nervosi visto che le cose stanno cambiando in fretta in Calabria: dopo anni di quiete l’antimafia è stata rafforzata e ora si vogliono intimidire i magistrati, gli investigatori, i sindaci, i giornalisti del “nuovo corso”.

C’è un nuovo procuratore, Francesco Pignatone, a cui non a caso è stato “dedicato” il bazooka ritrovato ieri. E ci sono nuovi vice, Michele Prestipino e Nicola Gratteri e Ottavio Sferlazza. Ed è proprio contro questo progetto di risanamento che i boss si stanno armando.