Carminati-Buzzi: Camerati e coop che mangiavano sugli immigrati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2014 - 16:16 OLTRE 6 MESI FA
Carminati-Buzzi: Camerati e coop che mangiavano sugli immigrati

Carminati-Buzzi: Camerati e coop che mangiavano sugli immigrati (Sole 24 Ore)

ROMA – Carminati, Buzzi e quasi 140 fra arrestati e indagati: ovvero, secondo i pm romani, camerati e coop che mangiavano sugli immigrati. I barconi della speranza, i centri d’accoglienza, i campi rom, l’operazione Mare Nostrum: “Per tutti noi una tragedia. Per Massimo Carminati un’opportunità”, scrive Claudio Gatti sul Sole 24 Ore.

Dalle indagini del Ros e dall’inchiesta del quotidiano di Confindustria verrebbe fuori un grande business legato alla gestione degli immigrati e dei campi rom.

Giro d’affari che secondo le accuse era gestito da Carminati con il presidente della coop 29 giugno Salvatore Buzzi (negli anni 70 condannato a 24 anni di carcere per l’omicidio di una prostituta), che avevano come uomo di fiducia nelle istituzioni l’ex capo di gabinetto di Veltroni Luca Odevaine (il cui cognome alla nascita era Odovaine, condannato nel 1989 per droga e nel 1991 per emissione di assegni a vuoto).

Scrive Gatti:

“Attenzione, non si sta parlando di attività criminali – di droga, di pizzo o di economia sommersa. No, a predisporre e raccordare l’emergenza migranti è stato il «Tavolo di coordinamento nazionale» presieduto dal più istituzionale dei ministeri, quello dell’Interno, del quale era membro un uomo prezzolato dal duo Carminati-Buzzi. Leggendo gli atti dell’indagine «Mondo di mezzo», diretta dai pm romani Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, torna in mente un altro tavolo, parliamo de «U tavolinu», dove il «ministro dei Lavori pubblici» di Cosa Nostra, Angelo Siino, spartiva appalti e fondi pubblici con aziende e politici. Il ruolo di Siino, secondo le accuse della Procura di Roma, sarebbe stato svolto da Luca Odevaine, l’uomo al servizio del duo criminale membro del Tavolo di coordinamento nazionale, ex direttore di gabinetto del sindaco Walter Veltroni, ex capo della polizia provinciale e Protezione civile con Nicola Zingaretti, ed ex pregiudicato (vedi box).

Dall’indagine de Il Sole 24 emerge che, per via delle centinaia di milioni di fondi statali e comunitari, quella dell’accoglienza è stata una straordinaria mangiatoia. Per capirlo basta questa frase di Buzzi a un complice: «Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati, eh? Il traffico di droga rende di meno».

A mangiare tutti insieme appassionatamente sono stati i «fascio-mafiosi» di Carminati che secondo la Procura avevano in Gianni Alemanno l’esponente politico di riferimento di maggior spicco e i «rossi» di Buzzi, che avevano invece al proprio servizio uno stretto collaboratore del predecessore di Alemanno al Campidoglio, Walter Veltroni. In una sorta di iper-compromesso storico criminal-clientelare condotto in piena luce del sole e, almeno formalmente, sotto la tutela delle massime autorità dello Stato.

Per usare le parole del Gip Flavia Costantini, è infatti emerso «un trait-union tra mondi apparentemente inconciliabili, quello del crimine, quello della alta finanza, quello della politica».La prima fase del «business dei migranti» inizia nell’estate del 2008, quando arriva la prima grande ondata di immigrati. Il 25 luglio di quell’anno, per fronteggiarla, il Governo Berlusconi dichiara lo stato d’emergenza che attribuisce ai prefetti potere derogatorio. Il 6 agosto Angelo Chiorazzo, un potentino trasferitosi a Roma e legato al mondo dell’ex Dc, si reca a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario Gianni Letta”.

LE FOTO DELL’ARRESTO DI MASSIMO CARMINATI (ANSA)