Cisl: vernice, fumogeni e scritte ingiuriose. Serie di blitz nelle sedi di Roma, Ivrea e Merate

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 19:41 OLTRE 6 MESI FA

Serie di blitz ed irruzioni in alcune sedi della Cisl. In particolare a quella generale di Roma, quella di Merate, nel lecchese e quella di Ivrea.

Nella mattinata di mercoledì la sede confederale della Cisl nazionale a Roma è stata oggetto di un’incursione da parte di un gruppetto non identificato di esponenti di “Action diritti in movimento”.

Lo rivela la stessa organizzazione sindacale spiegando che i muri della sede di via Po sono stati imbrattati da vernice rossa e uova. Sono stati lanciati anche fumogeni ed alcuni volantini.

Al corteo, inizialmente, hanno partecipato circa 600 persone. La metà ha poi raggiunto la sede di Confindustria dove ha lanciato le prime uova. Quando tutto sembrava concluso circa 60 manifestanti si sono spostati davanti alla vicina sede della Cisl, dove hanno accompagnato il lancio di uova e sassi da grida come “servi del padrone” e intimidazioni come “venite pure a dare assemblea nelle fabbriche…”. Il gruppo si è poi sciolto.

Il blitz la sede nazionale Cisl e’ ”un fatto molto grave che si aggiunge ai numerosi attacchi ed aggressioni in corso in questi giorni nei confronti delle sedi sindacali della Cisl”.

Lo afferma in una nota l’organizzazione sindacale che esorta i suoi iscritti, i suoi militanti e tutta la dirigenza a non farsi ”intimidire da questi episodi di puro squadrismo organizzato ed invita il mondo politico ed istituzionale, e tutte le espressioni della società civile, a non dare spazio ai provocatori di ogni genere, prendendo le distanze in maniera netta da chi vuole destabilizzare il paese attraverso questi episodi di squadrismo e di violenta intolleranza nei confronti di una organizzazione sindacale libera e democratica come la Cisl”.

Ma quello di oggi a via Po non è l’unico episodio della giornata. Sempre mercoledì mattina infatti, in provincia di Lecco, c’è stata un’altra aggressione ad una sede della Cisl ad opera di militanti della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici che fa capo alla Cgil. Il fatto è avvenuto a Merate (Lecco), dove un gruppo di operai metalmeccanici aderenti ad uno sciopero con presidio, indetto dalla sola Fiom in una fabbrica a poche centinaia di metri dalla sede locale della Cisl, hanno fatto irruzione in quest’ultima con in mano bandiere del sindacato guidato da Maurizio Landini, lanciando insulti e lasciando alcuni volantini negli uffici.

Bocche cucite alla Cisl della Lombardia, che si riunirà in serata a Treviglio (Bergamo), luogo della prima aggressione di giovedì scorso, per valutare la situazione, mentre il segretario generale della Cgil della Lombardia Nino Baseotto ha preso le distanze dal gesto definendolo come “un nuovo episodio di intolleranza” e dicendosi “allibito e costernato”.

“Voglio esprimere al segretario Bonanni la solidarietà dei deputati del Pd e mia personale per l’ennesimo episodio di intimidazione nei confronti della Cisl. Si tratta di gesti inconsulti che vanno prontamente fermati”. Lo afferma in una nota il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini. ”Il Pd – ricorda – ha già chiesto al governo di riferire in aula sull’accaduto. Episodi come questi non vanno mai trascurati e sottovalutati perché segnano un clima di intolleranza nel paese che va subito circoscritta e contrastata”.

”Il blitz contro la sede nazionale della Cisl e l’episodio di Merate sono di una gravità assoluta e non devono in alcun modo essere sottovalutati. La spirale di intolleranza e violenza contro la libera attivita’ di un grande sindacato è ormai sotto gli occhi di tutti e deve essere assolutamente interrotta”. Così interviene Sergio D’Antoni, deputato Pd e vicepresidente della commissione Finanze della Camera”.

”Marchionne e Bonanni… sacconi di merda”. E ancora: ”Il 16 ottobre 2010 tutti a Roma”: questa le scritte, accompagnate dal simbolo della falce e martello, rinvenute oggi sul muro della chiesa di via Riva a Ivrea, accanto alla sede Cisl canavesana. La Cisl territoriale e regionale ”stigmatizzano l’accaduto, anche se le scritte non sono state fatte direttamente sul muro della sede sindacale.