Delitto di Perugia, Amanda: “Sono sconvolta per il film”

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 19:41 OLTRE 6 MESI FA
amanda knox

Amanda Knox

PERUGIA – ”Sconvolta” per ”l’invasione” nella sua vita e per le ”speculazioni” sulla sua ”pelle”: si sente così Amanda Knox dopo il film ispirato all’omicidio di Meredith Kercher, già trasmesso negli Usa e del quale è uno dei personaggi centrali. Lo ha detto oggi lei stessa al giudice civile di Perugia al quale i suoi legali si sono rivolti per bloccare la diffusione di ”Amanda: murder on trial in Italy”.

Una decisione in merito sarà presa dopo l’udienza fissata per il 4 luglio prossimo. Detenuta dal 6 novembre del 2007, la Knox ha voluto essere oggi presente davanti al giudice nonostante fosse previsto un appuntamento interlocutorio. Ci è arrivata scortata dalla polizia penitenziaria, tenendo lo sguardo sempre rivolto in basso. Tesa in volto, come è ormai da tempo, con un cappotto scuro e i capelli raccolti in una piccola coda. A porte chiuse ha quindi spiegato di avere visto in tv il trailer del film.

”Lo considero l’apice – ha detto – delle ripetute violazioni da parte dei media della mia persona. Tutte cose che non corrispondono alla verità”. Uno dei suoi difensori, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, ha quindi spiegato che su Google sono stati registrati 687 mila contatti con immagini del film, mentre un sito ha proposto ora una versione sottotitolata in italiano.

Nel ricorso i legali della Knox – gli avvocati Dalla Vedova, Luciano Ghirga e Maria del Grosso – hanno sostenuto che da ”Amanda: murder on trial in Italy” deriva un ”danno gravissimo” per la loro assistita. Ne hanno quindi chiesto la ”immediata rimozione” da Internet e il ”conseguente divieto di diffusione” delle immagini. Chiamando in causa la casa produttrice Lifetime ma anche Youtube e Google.

Sabato 26 marzo la Knox e Raffaele Sollecito torneranno intanto in aula per il processo d’appello per l’omicidio Kercher. Saranno sentiti il clochard Antonio Curatolo, che ha sostenuto di averli visti la sera del delitto nei pressi della casa di via della Pergola, una funzionaria di polizia e una della municipale.

Al centro dell’attenzione ci sono comunque ancora i primi risultati della perizia disposta dai giudici sulle tracce di Dna riscontrate nel corso delle indagini sul coltello considerato l’arma del delitto e sul gancetto del reggiseno indossato dalla Kercher quando venne uccisa.

I legali dei due giovani non hanno voluto oggi commentarli, sostenendo che è necessario vedere le conclusioni definitive degli esperti. Questi hanno al momento escluso la possibilità di ricavare un profilo genetico dal poco Dna raccolto campionando la lama del coltello, mentre il gancetto è risultato deteriorato in maniera tale da rendere impossibile un nuovo accertamento.