Lite al lavoro per aria condizionata: collega uccisa a botte

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2016 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
Lite al lavoro per aria condizionata: collega uccisa a botte

Lite al lavoro per aria condizionata: collega uccisa a botte

SPERLONGA (LATINA) – Lite per l’aria condizionata al lavoro finisce con una donna morta e la sua collega accusata di omicidio. E’ successo all’ufficio delle Poste di Sperlonga, in provincia di Latina.

Una settimana fa, ricorda Clemente Pistilli su Repubblica, Arianna Magistri, 45 anni, di Formia, avrebbe raggiunto nel parcheggio delle Poste la collega Anna Lucia Coviello, 63 anni, di Terracina, e l’avrebbe presa alla testa, per i capelli, sbattendole la testa contro il muro e poi, scrive sempre Pistilli, “facendola precipitare per una rampa di scale, tanto da provocarle una serie di fratture craniche e una grave emorragia”.

Secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Luigia Spinelli, “Magistri voleva uccidere”. La donna venne allora stata arrestata con l‘accusa di tentato omicidio, che però adesso che la collega è morta rischia di trasformarsi in accusa di omicidio.

Racconta Pistilli:

 

L’ennesimo litigio all’interno dell’ufficio postale della città in estate meta dei vip (…) sarebbe sorto per l’aria condizionata. L’arrestata è stata colta da un raptus? Un interrogativo a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere. La dinamica dell’accaduto, alla luce delle testimonianze raccolte, tra cui quelle del sindaco Armando Cusani e del consigliere comunale Francescantonio Faiola, degli accertamenti medico-legali e delle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza del parcheggio, per i carabinieri è comunque chiara. La vittima è stata trovata con una ciocca di capelli stretta tra le mani, strappata sembra alla collega nell’estremo tentativo di difendersi, e priva di sensi. Magistri ai primi testimoni avrebbe subito detto: “Mi è caduta addosso, io me ne vado, non voglio passare guai, non mi sento responsabile”. E in mattinata, dopo aver deciso di non rispondere alle domande del gip, l’indagata ha solo rilasciato dichiarazioni spontanee, sostenendo di essere stata lei l’aggredita e che la collega era caduta perdendo l’equilibrio. Racconto che il giudice non ha ritenuto credibile, visti anche i segni del pestaggio sul corpo della 63enne e le ottime condizioni di Magistri, sostenendo che l’aggressione è avvenuta con “estrema violenza e ferocia”.