Luca Varani, Marco Prato sfida pm: “Cambia accusa e parlo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2016 - 10:53| Aggiornato il 25 Marzo 2016 OLTRE 6 MESI FA
Luca Varani, Marco Prato sfida pm: "Cambia accusa e parlo"

Luca Varani, Marco Prato sfida pm: “Cambia accusa e parlo”
Una foto tratta dal profilo Facebook di Luca Varani, lo studente universitario ucciso in un appartamento nel quartiere Collatino, alla periferia di Roma, 6 Marzo 2016.

ROMA –  Marco Prato non risponde al pm, un silenzio che sa di sfida, questa: o cambia l’imputazione a suo carico o non dirà nulla sull’omicidio di Luca Varani. Il 30enne, in carcere dal 4 marzo per l’omicidio del 23enne, non sembra essere stato ammorbidito dalle lunghe giornate in cella, anzi. Sembra piuttosto essersi irrigidito in un atteggiamento di sfida, la sfida di chi non vuol sentire parlare di premeditazione, ma “solo” di omicidio volontario. Tra le due accuse passa una pena diversa in caso di condanna: più pesante per l’omicidio premeditato.

Premeditazione che il Gip ha fatto cadere, per questo ora Prato esige che il pm si adegui e faccia lo stesso. Al momento non risponde alle domande del magistrato. Martedì doveva affrontare il primo interrogatorio davanti al pm dal giorno dell’arresto, il 4 marzo scorso, ma ha deciso di non rispondere alle domande del sostituto Francesco Scavo. “Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Pasquale Bartolo, difensore di Prato – non ha voluto rispondere per un motivo ben preciso: il pm ha continuato a contestargli l’aggravante della premeditazione, nonostante il gip l’avesse fatta cadere. Prato risponderà al pm non appena gli verrà contestata l’imputazione così come è stata indicata dal gip nell’ordinanza cautelare”.

Manuel Foffo e Marco Prato hanno cercato altre vittime prima di ripiegare sul macabro omicidio di Luca Varani. “Alex Tiburtina” (così era rubricato sul telefonino di Foffo), è una delle persone agganciate nella casa di via Igino Giordani il giorno prima del delitto. Il ragazzo, come scrive Adelaide Pierucci sul Messaggero:

“Potrebbe essere il miracolato. Nel terzo interrogatorio davanti ai carabinieri, Alessandro M., 35 anni, ex pugile, ha corretto di nuovo la sua versione: ha lasciato trapelare che sarebbe stato vittima di pressioni sessuali. «Ho temuto che volessero violentarmi» si è sfogato, riservandosi di decidere se presentare formalmente denuncia”.