Manuel Foffo, video di Luca Varani che muore e Marco Prato..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Aprile 2016 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA
Manuel Foffo, video di Luca Varani che muore e Marco Prato..

Manuel Foffo, video di Luca Varani che muore e Marco Prato..

ROMA – “Ho anche filmato il povero Luca Varani mentre era a terra, agonizzante”. È questa la dichiarazione sconvolgente che fa Manuel Foffo, 29 anni, in uno degli ultimi interrogatori: lo rivela il settimanale Panorama nel numero in edicola da domani, giovedì 28 aprile. Le parole di Foffo confermano l’esistenza di un video nel delitto del Collatino, dove il 4 marzo in un appartamento Varani è stato ucciso a colpi di coltello e di martello dopo esser stato seviziato. Per questo delitto sono in carcere Fotto e Marco Prato.

Secondo Panorama si tratta “di una ripresa angosciosa, anche se di pochi secondi: immagini in movimento, che partono dal salottino della casa di Foffo e arrivano fino alla camera da letto, dove ritraggono la vittima agonizzante con accanto l’altro presunto omicida, Marco Prato, ancora vestito da donna”. Il video è stato poi cancellato dallo stesso Foffo, ma gli inquirenti stanno cercando di recuperarlo nella memoria del suo telefonino.

Nei giorni scorsi Manuel Foffo aveva risposto alla lettera inviatagli da Pietro Maso, che nel ’91 uccise i genitori, dicendogli che “si deve vergognare”. Nella missiva di poche righe Foffo si rivolge a Maso, che a sua volta gli aveva scritto affermando di comprendere le sue parole sull’intenzione di uccidere il padre, di “vergognarsi per non aver speso neanche una parola di pentimento verso chi gli ha dato la vita”. Foffo dal carcere di Regina Coeli si rivolge al pluriomicida affermando che se “intende farsi pubblicità approfittando della tragica morte di Varani, ed in particolare del libro che lui ha scritto e che non intendo leggere, ha sbagliato indirizzo e destinatario”. Foffo aggiunge che: “non riesco a darmi pace per quanto ho fatto” e conclude rivolgendosi a Maso di “lasciarmi in pace nel mio profondo pentimento” e di non “tirare in ballo mio padre il cui nome lei non è degno di pronunciare”.