Marisa Charrere uccide i due figli prima di suicidarsi. Iniezione letale, la stessa delle esecuzioni in America

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2018 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Marisa Charrere uccide i due figli prima di suicidarsi. Iniezione letale, la stessa delle esecuzioni in America

Marisa Charrere uccide i due figli prima di suicidarsi. Iniezione letale, la stessa delle esecuzioni in America

ROMA – Non c’è mai il sole ad Aymavilles, il piccolo borgo adagiato dalla parte sbagliata all’ingresso della Val di Cogne: è qui che stanotte si è consumata la tragedia familiare di una donna che ha ucciso i suoi due figli di 7 e 9 anni, Nissen e Vivien, prima di togliersi la vita. La fredda cronaca deve riferire di un doppio infanticidio, di un’iniezione letale, di un marito che torna a mezzanotte ed è costretto a chiamare i carabinieri perché la sua famiglia non c’è più.

Deve riferire di Marisa Charrere, 48 anni, infermiera specializzata che lavorava al reparto di cardiologia dell’ospedale Parini di Aosta, una signora dal carattere taciturno ma ben voluta in paese e impegnata nel volontariato. Ora possiamo solo immaginare Marisa mentre sceglie con cura i flaconcini dall’armadietto dei farmaci in ospedale, un barbiturico potente e il cloruro di potassio, gli stessi che servono per sedare prima e procurare l’arresto cardiaco poi nelle esecuzioni capitali in America.

La seguiamo mentre torna a casa con quel peso nella borsa e un macigno nell’anima. Di punture, di iniezioni ne ha fatte a migliaia, è il suo lavoro, è brava. Le sarà tremata la mano l’ultima volta? Poi il buio.

“Poco prima della mezzanotte ho sentito un rumore di sedie, poi delle urla. Quindi il silenzio. Pensavo che giocassero, chi avrebbe mai immaginato quello stava succedendo. Osvaldo è rientrato a casa poco più tardi”, racconta Rita, madre di Simone Reitano, un vicino di casa. “Osvaldo, il marito, dopo essere entrato in casa, ha visto la scena – ricorda – e poi è uscito. Mi ha detto ‘Marisa, Marisa ha ammazzato i figli e si è ammazzata lei!’ Non riuscivano a portarlo via”.

Osvaldo Empereur, agente del Corpo forestale della Valle d’Aosta, in servizio alla caserma di Arvier, ha trovato due lettere della moglie. Due lettere – citiamo l’Ansa – “nelle quali si doleva del peso insopportabile delle avversità della vita”. Osvaldo è sotto shock: se possibile, non capire è ancora più straziante del dolore. La caposala dell’ospedale e un’amica infermiera l’hanno descritta come “lucida e calma” l’ultima volta che l’hanno vista. 

Le avversità della vita: in giovane età, la donna aveva perso il padre, deceduto in un incidente stradale, nell’inverno del 2000 la stessa sorte era toccata al fratello Paolo Charrere, morto mentre stava sgomberando la neve sulla strada regionale di Cogne. Forse, tanti anni fa, anche il suo cuore s’è girato dalla parte dove il sole non riesce a scalfire l’ombra.