Massimo Donatini ha ucciso per nulla: il caporeparto non voleva licenziarlo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Aprile 2015 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Donatini ha ucciso per nulla: il caporeparto non voleva licenziarlo

Massimo Donatini

LUCCA – Era un corso di aggiornamento professionale, l’ha scambiato per l’anticamera del licenziamento: la sua ossessione. Massimo Donatini ha ucciso per nulla, per il fantasma di un licenziamento che nessuno mai aveva davvero preso in considerazione. Tantomeno Francesco Sodini, il suo caporeparto, ucciso con 13 colpi di pistola proprio da Donatini, mentre andava al lavoro. Due dipendenti modello, li descrivono adesso, ma Donatini aveva l’ossessione di perdere il lavoro e questa ossessione l’ha spinto a uccidere per vendetta il caporeparto Sodini.

E’ successo martedì alle 7 di mattina a Lucca. Sodini esce di casa qualche minuto prima delle 7, deve andare a lavorare alla Lucart, l’azienda cartiera della zona. Percorre 50 passi dal portone di casa alla macchina, la moglie Maria Pia lo saluta dal balcone. Donatini è in piedi dalle 5, è arrivato fin sotto casa di Sodini con una pistola, regolarmente detenuta, sottratta in segreto al padre Dino il giorno di Pasquetta. Anche Dino ha lavorato per la Lucart.

Donatini raggiunge la sua vittima, prima spara alle gambe. Sodini cerca di scappare ma Donatini spara alla testa, sul corpo: 13 colpi in tutto. Il quartiere si sveglia, la moglie che ha visto tutto grida dal balcone. Donatini scappa ma girerà a vuoto per poco: dopo mezz’ora va dai carabinieri per confessare un omicidio senza senso. Su La Stampa qualche stralcio della confessione:

“Sodini ce l’aveva con me. Mi ostacolava la carriera. Mi teneva sotto controllo con le telecamere aziendali. Mostrava dei video ai colleghi e mi deridevano. Era un comportamento inaccettabile per il mio onore. Perché io sono una persona precisa, merito fiducia, non ho mai avuto neanche un richiamo in venticinque anni di lavoro…”.

Non era vero niente: Sodini, anzi, voleva promuoverlo. Quel corso di aggiornamento professionale serviva per una futura promozione, con aumento di stipendio.

“Mio padre aveva comprato la pistola da poco – ha spiegato – perché ultimamente ci sono stati troppi furti nella zona. Gliel’ho rubata lunedì dopo pranzo. Lunedì sera, ho sparato un colpo in mezzo ai campi per vedere se funzionava bene”.

La mamma di Donatini, disperata, dice: “Chissà quale vuoto, chissà quale assurdità gli deve essere passata nella testa… Io e mio marito conoscevamo bene Francesco Sodini. Era davvero una brava persona”.