Napoli, 3 arresti per l’omicidio del ragazzo che disse “no” alla Camorra

Pubblicato il 8 Marzo 2010 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA

Ciro Fontanarosa è stato ucciso a 17 anni perché non voleva diventare un affiliato della Camorra. L’omicidio è avvenuto a Napoli il 25 aprile 2009. Per quel delitto i carabinieri hanno arrestato 3 persone: secondo gli investigatori, tra di loro ci sono anche il mandante e l’esecutore.

Gli arrestati sono Ettore Bosti, 30 anni, figlio di Patrizio, capo dell’omonimo clan camorristico che opera nel centro storico di Napoli, e Vincenzo Capozzoli, 34 anni: il primo avrebbe ordinato l’omicidio per punire il giovanissimo Fontanarosa del suo “no”, il secondo avrebbe eseguito il delitto, sparando contro la vittima 7 colpi di pistola.

Cristian Barbato, 22 anni, è stato invece arrestato per favoreggiamento aggravato: Barbato era cugino della vittima e testimone dell’agguato, che avvenne nel quartiere Arenaccia.

Secondo la ricostruzione fatta dai magistrati della Direzione Antimafia di Napoli, Ciro Fontanarosa fu ucciso per dare un segnale ai piccoli delinquenti della zona che rifiutavano di sottostare alle direttive del clan. Il ragazzo era figlio di Antonio, malvivente morto al termine di un tentativo di rapina in un ufficio postale di Secondigliano, alla periferia di Napoli, il 5 gennaio del 1999

Dopo la morte del padre, Ciro Fontanarosa era diventato a sua volta una “testa calda”. Nel momento in cui fu deciso il suo omicidio, a capo del clan Contini c’era Ettore Bosti, figlio dell’indiscusso padrino Patrizio (arrestato dai carabinieri in Spagna nel 2008 e detenuto da allora in regime di 41 bis).

Ettore Bosti ordinò l’eliminazione di Fontanarosa per ribadire la volontà di assoluto controllo del territorio da parte della cosca, ed evitare che proliferassero attività criminali estranee agli ordini del clan.