Sanità. Falsi dentisti: un affare da 720 milioni

Pubblicato il 19 Dicembre 2009 - 18:31 OLTRE 6 MESI FA

Un giro d’affari di 720 milioni di euro l’anno, equivalente a 7,2 milioni di cure, che coinvolge circa 15.000 esercenti abusivi e che danneggia non solo gli ignari pazienti ma anche gli operatori sanitari, a volte colpiti da malattie come epatite B o C o dal virus Hiv. È allarme in Italia per i falsi dentisti, ovvero per quegli odontoiatri abusivi, sempre più numerosi, che senza averne titolo eseguono otturazioni e devitalizzazioni e addirittura delicatissime operazioni. E che difficilmente, una volta presi, finiscono per scontare la loro pena in carcere.

La situazione è stata denunciata questa mattina dalla commissione Albo odontoiatri (Cao), che ha presentato un Libro bianco nel quale raccoglie le testimonianze di quanto è stato fatto finora contro l’esercizio abusivo della professione e denuncia una situazione che sta diventando insostenibile. D’altronde i dati resi noti dai Nas parlano chiaro: solo nel 2009 sono state oltre 500 le strutture nelle quali sono state riscontrate violazioni di vario genere e 121 sono stati, sempre nell’ultimo anno, gli studi dentistici abusivi sequestrati e sigillati, in media 1 ogni 3 giorni, con un business stimato intorno ai 5 milioni e 800 mila euro.

Più in generale sono stati 2.042 i casi di professione abusiva segnalate all’autorità giudiziaria negli ultimi 4 anni, mentre il valore delle strutture sequestrate dal 2006 al 2009 ammonta a circa 80 milioni di euro. Secondo i Nas quello dei falsi dentisti è un fenomeno in aumento, ma anche continuamente monitorato grazie alle collaborazione con le istituzioni di categoria e con il mondo accademico. Non va però dimenticato che nel nostro Paese pesa anche un’emergenza legata alle false lauree in odontoiatria. Titoli autentici – spiega il presidente della Cao, Giuseppe Renzo – ma conseguiti in Paesi con insegnamenti semplificati e iter formativi più brevi, e successivamente equiparati ai nostri attraverso percorsi oscuri e intermediari compiacenti. E per frenare questa situazione di abusivismo che rischia di rovinare l’immagine della professione, Renzo ha lanciato la proposta di depenalizzare l’articolo 348 del Codice penale sull’esercizio abusivo della professione e di prevedere sanzioni amministrative e pecuniarie elevate, da 20.000 a 200.000 euro, con conseguente confisca delle attrezzature, che potrebbero poi essere messe a disposizione del volontariato e delle organizzazioni non profit per curare gratis i meno abbienti. «Noi non vogliamo negarne l’assoluta gravità etica – precisa Renzo – ma è innegabile che lo strumento dell’arresto non funziona. Quindi una confisca delle strutture e un loro utilizzo da parte delle Onlus permetterebbe, grazie al nostro contributo, di curare tutti i cittadini che ne hanno bisogno, ma che non possono permetterselo».